Muay Thai e MMA Sassari. Silvano Pais conquista il Cage Warriors Academy
Il Fight club championship ha regalato uno spettacolo di alto livello, con le vittorie degli atleti del team Tarantini-Aurora
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Un Silvano Pais travolgente fa suo il Cage Warriors Academy, l’evento di Mma inserito all’interno della dodicesima edizione del Fight club Championship. Il sassarese vince al termine di un match stellare. L’attesa manifestazione di Mma, andata in scena sabato notte al Tarantini center di via Venezia, non ha deluso le aspettative. Uno spettacolo di alto livello ha caratterizzato tutti i match, dilettanti e professionisti. L’appuntamento si è svolto sotto l’egida della Federkombat.
Nell’evento clou del Fight Championship, il Cage Warriors Academy, il beniamino di casa (team Tarantini-Aurora) ha dovuto da subito colmare un evidente gap nei confronti del suo avversario, Cristian Rizzo (Hammer team di Terracina), molto più alto.
Il sassarese ha dovuto perciò impostare l’incontro cercando il combattimento corpo a corpo e quello a terra. Pais ha mandato l’avversario al tappeto per tre volte, riuscendo quindi a controllare l’incontro. Mentre il suo avversario cercava i colpi diretti alti e i calci medi, Pais si difendeva e attendeva il momento opportuno per il contatto e per portarlo a terra. Non sono mancati colpi che hanno lasciato il segno su entrambi. Alla fine, i giudici hanno premiato ampiamente Pais.
Match con i fiocchi quello messo su da Matteo Dore (team Tarantini-Aurora) che in un incontro sulla distanza dei tre round, vince a metà del secondo per sottomissione, con una presa al collo. Il suo avversario, Stefano Mandelli (X1 di Genova), sebbene dotato di buona tecnica, nulla ha potuto contro il sassarese che, sostenuto dal pubblico di casa, ha condotto una gara esemplare. Mai in difficoltà, il campione italiano junior di Mma porta a casa una vittoria importante per sé e per il team Tarantini-Aurora.
Vere e proprie scintille nel match tra Eduardo Secci (CL Team) e Nicolò Marcialis (Chang Peuk di Selargius). È il primo a partire di slancio con una serie di boxe e di calci bassi. Il selargino incassa e cerca il combattimento ravvicinato, spesso a terra dove sembra essere a suo agio. Ma a metà gara un gancio destro di Marcialis che stende Secci cambia volto all’incontro. L’iglesiente si trova a inseguire per recuperare ma la tecnica di Marcialis, che cerca sempre il contatto a terra, è la vincente. Alla fine, all’unanimità, i giudici gli assegnano la vittoria.
Morgan Capocci (team Tarantini-Aurora) si impone non senza fatica su un Danilo Gungui (Promosport Combat Nuoro) battagliero. Il nuorese si muove molto nella gabbia mentre il sassarese cerca sempre il combattimento corpo a corpo e la lotta a terra. E sarà proprio questa la strategia vincente per l’atleta del team Tarantini-Aurora. In tutti e tre i round costringe sempre il suo avversario a terra, raccogliendo i punti necessari per la vittoria.
Dura giusto un round e mezzo il match di apertura tra Filippo Maltoni (Nur MMA di Porto Torres) ed Erik Stara (Wolf Pack di Cagliari). I due giovani atleti partono entrambi molto forte e dopo un round in sostanziale pareggio, Stara è costretto ad abbandonare la gabbia per un infortunio al ginocchio.
Finisce, invece, in parità l’incontro tra Nicola Mouk (CL team di Iglesias) e Federico Orru (Wolf Pack). I due partono un po’ in sordina ma nello sviluppo del match riescono a regalare un buon spettacolo.
Ospite della serata è stato Mauro Cerilli, l’atleta di Terracina e del team Aurora che si è recentemente aggiudicato l’edizione numero 14 dell’One Fight Night, andato in scena a fine settembre a Singapore, battendo il rivale Paul Elliot. L’atleta classe 1983 dall’interno della gabbia si è rivolto ai giovani atleti. «Questo è il momento migliore per le Mma – ha detto – sia per i dilettanti sia per i professionisti. Ai giovani atleti dico che dovete lavorare tanto e credere nei sogni, perché così i risultati arriveranno».
Il maestro Angelo Tarantini, responsabile federale delle Mma per la Sardegna, ha sottolineato come quella di sabato sia stata «un’ottima serata di crescita, comunione e coesione per le Mma sarde, che darà e continuerà a dare grandissime opportunità per gli alfieri Sardi». Il maestro sassarese quindi ha consegnato una targa a Lorenzo Borgomeo, atleta e ora coach del team Aurora, per il lavoro di promozione delle Mma in Italia.
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«Il momento più bello? La pagina bianca»: l’ascesa di Giorgio Porrà, da Cagliari a Sky Sport

Giorgio Porrà – cagliaritano, classe 1960 – ama ricordare le sue origini: Stampace basso. A guidarlo, da sempre, un principio beckettiano intriso di ostinazione e poetica: «Non posso continuare, bisogna continuare, continuerò». Un mantra che calza a pennello per chi, come lui, ha fatto del calcio e della narrazione sportiva una vocazione.
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A cura di Massimiliano Perlato
«Il momento più bello della carriera? Ogni volta che mi siedo davanti a una pagina bianca e trasformo un’idea in racconto, concentrandomi su un volto o una storia.»
Giorgio Porrà – cagliaritano, classe 1960 – ama ricordare le sue origini: Stampace basso. A guidarlo, da sempre, un principio beckettiano intriso di ostinazione e poetica: «Non posso continuare, bisogna continuare, continuerò». Un mantra che calza a pennello per chi, come lui, ha fatto del calcio e della narrazione sportiva una vocazione.
Oggi Porrà è caporedattore e volto di Sky Sport, convinto più che mai che il calcio resti il territorio naturale dei prodigi. Da questa convinzione sono nati programmi diventati cult come Profili, Lo Sciagurato Egidio e Italia-Germania 4-3. E da queste esperienze ha preso forma anche il suo libro Adriano Sofri, attaccante estremo, che illumina un mondo sommerso – quello delle carceri – popolato di talenti mai sbocciati.
La sua inclinazione per il racconto affonda le radici negli esordi sardi: le prime cronache nelle emittenti locali, una palestra autentica che gli ha permesso di crescere, imparare e diventare uno dei talenti più brillanti del giornalismo sportivo nazionale.
«Sono cresciuto alla fine degli anni Ottanta nel gruppo L’Unione Sarda–Videolina – ricorda Porrà –. Ho fatto la gavetta, senza la quale non si va da nessuna parte, come ripeto sempre ai giovani. Ho potuto fare di tutto: cronaca nera, politica, costume, prima di dedicarmi allo sport.»
Da quel 1988, anno dell’esame professionale, Porrà ne ha percorse di tappe. Dopo Videolina approda a Telepiù, poi a Sky, diventandone uno dei volti più riconoscibili.
«Mi affidarono un programma sul Cagliari che, con Claudio Ranieri, dalla C salì rapidamente in Serie A. Per questo sono molto legato al tecnico romano. Quando lui passò al Napoli, io mi trasferii a Milano, proprio mentre la televisione satellitare muoveva i primi passi grazie all’intuizione di Silvio Berlusconi. All’inizio sembrava una scommessa folle: chiedere agli italiani, in un periodo economicamente difficile, di pagare un abbonamento con tanto di parabola. E invece, anni dopo, i cinque milioni di abbonati dicono che quella intuizione fu un successo.»
Porrà porta in televisione una cifra inconfondibile: intreccia il calcio con il cinema, la musica, la letteratura. Non un semplice analista di football, ma un narratore colto e originale.
«L’avvento di internet e dei social ha cambiato tutto. Io vengo da un giornalismo pionieristico, fatto in strada. A Telepiù e poi a Sky ho ritrovato la via della narrazione, che si era un po’ persa. Lo storytelling non è una moda: esiste dai tempi di Omero. Da qui nascono programmi come Lo Sciagurato Egidio e Italia-Germania 4-3. Sono in controtendenza rispetto al chiacchiericcio dei talk show e al moviolismo ossessivo. Partono dalla certezza che il calcio, nella sua forma più alta, sia una vera arte.»
Nei suoi lavori Porrà scava oltre la cronaca, porta alla luce storie dimenticate, restituisce profondità a personaggi e vicende che rischiavano di perdersi. Una voce preziosa nel panorama sportivo.
Nel 2010 rese pubblica la sua battaglia contro un sarcoma al femore. Nonostante la malattia e la chemioterapia, non si fermò mai. Per il suo contributo alla sensibilizzazione sulle malattie gravi ricevette il premio giornalistico “Giovanni Maria Pace”, indetto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica.
Nel 2012 arrivò anche il premio USSI Sardegna per il Giornalismo.
«Sono un vecchio ragazzo di provincia fortunato, che ha fatto ciò che amava. Ho avuto la possibilità di sperimentare una forma nuova di racconto sportivo. Devo molto alla mia buona stella, che mi ha custodito la vita, e a una punta di talento che riconosco in me. E, naturalmente, agli editori e ai direttori che hanno creduto nel mio lavoro. Se non avessi fatto il giornalista? Parafraso Gigi Riva: avrei fatto il contrabbandiere.»

Giorgio Porrà
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