Quella di sabato 22 luglio a Baunei sarà l’edizione della Sagra del maialetto n. 19. La star sarà come sempre lui, il maialetto, piatto della tradizione baunese, conosciuto per la sua prelibatezza.

Gli organizzatori della Sagra e la Pro loco, protagonisti delle ultime edizioni di successo, sono al lavoro da settimane per organizzare uno degli eventi più attesi dell’estate baunese. Anche quest’anno il grande braciere verrà allestito nella centralissima Piazza Bingigedda, dove dalle 14.00 potranno essere seguite le operazioni di cottura del maxi arrosto. Non solo enogastronomia ma anche divertimento per tutti con la rodata coppia di maestri di ballo Tonino e Rita che faranno ballare i tormentoni dell’estate 2023 e i classici dei balli di gruppo ai presenti in Piazza.

“Stiamo lavorando con impegno e passione da settimane alla programmazione dell’evento” – afferma Stefano Tuligi dell’organizzazione –. Vogliamo regalare una serata indimenticabile alle tantissime persone che sceglieranno di venire a Baunei per gustare uno dei piatti simbolo della nostra cucina tradizionale”.

“Siamo felici che anche quest’anno la Sagra venga organizzata – commenta Rinaldo Gaias, Assessore al turismo del comune di Baunei – confermiamo il nostro impegno a sostegno di questa tipologia di eventi che danno la possibilità di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il nostro paese”.

L’auspicio degli organizzatori è quello che la Sagra del maialetto consenta di portare nuova linfa economica per tutte le attività che operano nel territorio e consenta di esportare il nome di Baunei oltre i confini regionali.

Appuntamento dunque a Baunei, sabato 22 luglio.

Nel 1905, Max Leopold Wagner, celebre etnologo tedesco, scoprì a Tortolì la cottura “a carraggiu”. Durante un’escursione in bicicletta con il collega Eugen Burger, fu attirato dal bagliore di un fuoco e, temendo un incendio, si avvicinò: invece trovò una festa con balli sardi e musica di launeddas.

Wagner apprese che la carne, cucinata intera in una fossa sotterranea coperta di terra e rami, arrostiva lentamente sotto il fuoco secondo l’antica tradizione tortoliese.

Non si sa quale animale fosse, ma Wagner ne lodò il sapore, probabilmente assaggiandolo, restando affascinato da questo originale metodo di cottura.