Lo sapevate? Nel Nuorese si trova una roccia a forma di elefantino che pochissimi notano
Molti conoscono la "roccia elefante" di Castelsardo. Quest'altra, invece, che ha le sembianze di un piccolo elefante, è quasi sconosciuta ( ed è bellissima).
Nel Nuorese, nello specifico nel comune di Bitti, si trova una roccia dalla forma particolarissima.
Come potete vedere nella foto scattata da Cristian Mascia, la roccia in questione ha le sembianze di un piccolo elefante.
Non è la sola “roccia parlante” in Sardegna. Esistono, infatti, nella nostra Isola, una miriadi di sorprendenti sculture naturali, i tafoni.
Sono delle vere e proprie “rocce parlanti”, realizzate dal vento e dall’acqua sulla pietra. Nel tempo, questo lavoro della Natura ha fatto raggiungere alle rocce forme tra le più svariate: animali, essere umani, mostri, edifici.
E queste pietre lavorate dal tempo sono diventate famose nella nostra Isola, andando a caratterizzare i luoghi di appartenenza. Non a caso, i tafoni hanno svolto un ruolo fondamentale anche nella favolistica regionale.
Vediamone alcuni, tra i più famosi. A Orune troviamo “Sa Monza” ( la monaca) accanto all’omonimo nuraghe, a Palau “l’Orso” ( che viene citato addirittura nell’Odissea di Omero), ad Arzachena “Il fungo”, a San Teodoro “La Tartaruga” ( famosa anche perché venne decapitata nel 1993 da un turista incivile), a Castelsardo “L’Elefante”, a La Maddalena “Il polpo”.
Alberto Caocci, nel suo libro “La Sardegna” ( Edizioni Mursia) fa anche un interessante riferimento al tafone come elemento di arredo urbano. Prende ad esempio la città di Nuoro, dove ai margini di uno strapiombo sorge una di queste “rocce parlanti” dall’aspetto di un mostro antidiluviano. Accanto a lei, sorge la piazza Caduti del lavoro e il monumento in bronzo realizzato dallo scultore Longu. Risultato? Un grande effetto d’insieme.
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