Credenze popolari sarde. Perché si dice porti male rovesciare olio e sale?

In Sardegna ( ma non solo) per tanto tempo si è creduto che rovesciare olio e sale portasse sfortuna. Oggi vi spieghiamo quali sono le ragioni – molto antiche – alla base di questa credenza popolare.
In Sardegna ( ma non solo) per tanto tempo si è creduto che rovesciare olio e sale portasse sfortuna. Oggi vi spieghiamo quali sono le ragioni – molto antiche – alla base di questa credenza popolare.
Ci sono molte credenze popolari che si tramandano da generazioni in cucina, ma le più famose e conosciute sono quelle relative all’utilizzo di sale e olio.
Il sale, da sempre considerato un bene pregiato, era utilizzato già dagli antichi Romani come strumento di commercio e di pagamento ( da qui il termine “salario”). Rovesciare accidentalmente sale sulla tavola è considerato quindi un presagio di sfortuna e in particolare un segno che denota una futura perdita di denaro.
Inoltre, è molto diffusa la credenza che il sale “non debba passare di mano in mano”, perché in un passaggio della Bibbia si dice che Giuda avesse sparso del sale poco prima di tradire Gesù nell’ultima cena.
Simile è il caso dell’olio. L’olio, tanto apprezzato da essere conosciuto come “oro liquido”, è sempre stato considerato un alimento prezioso e ricco sin da tempi antichi. Involontariamente sciupare dell’olio, versandolo sulla tavola o a terra, è ritenuto un simbolo di spreco e di una sorta di maledizione: un annuncio di sventura e povertà.

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Come eravamo. Monsignor Miglior attorniato dai parroci d’Ogliastra

In questa foto, postata da Gianfranco Loi sul gruppo Paesi d’Ogliastra, Monsignor Miglior, attorniato dai parroci d'Ogliastra, è al centro in prima fila.
In questa foto, postata da Gianfranco Loi sul gruppo Paesi d’Ogliastra, Monsignor Miglior, attorniato dai parroci d’Ogliastra, è al centro in prima fila.
“In seconda fila, il secondo da destra,” specifica Loi “è Canonico Carta che è stato parroco di Jerzu dal 1905 al 1948”.
Da “Storia diocesi d’Ogliastra”: 1927 – 1936 – Giuseppe Miglior.
Del clero di Cagliari, nacque in quella città, il 24 agosto, 1875 e dopo gli studi teologici fu ordinato sacerdote nel 1898. Apprezzato insegnante di teologia, filosofia e diritto presso la Facoltà Teologica cagliaritana, fu parroco delle Collegiate di S. Eulalia e di San Giacomo, vicario generale e capitolare.
Eletto vescovo di Ogliastra e ordinato il 18 settembre 1927, fu il primo vescovo dopo il trasferimento della sede da Tortolì a Lanusei e dovette affrontare il problema della quasi totale mancanza di strutture. Curò con particolare impegno la formazione dei sacerdoti e durante il suo governo poté ordinarne 17. Viene ricordato per la sua semplicità, povertà e carità. Morì il 6 maggio 1936. È sepolto nel Santuario della Madonna di Ogliastra in Lanusei, dove fu traslato dal cimitero di Lanusei, nel 1995.

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