Credenze popolari sarde. Perché si dice porti male rovesciare olio e sale?
In Sardegna ( ma non solo) per tanto tempo si è creduto che rovesciare olio e sale portasse sfortuna. Oggi vi spieghiamo quali sono le ragioni – molto antiche – alla base di questa credenza popolare.
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In Sardegna ( ma non solo) per tanto tempo si è creduto che rovesciare olio e sale portasse sfortuna. Oggi vi spieghiamo quali sono le ragioni – molto antiche – alla base di questa credenza popolare.
Ci sono molte credenze popolari che si tramandano da generazioni in cucina, ma le più famose e conosciute sono quelle relative all’utilizzo di sale e olio.
Il sale, da sempre considerato un bene pregiato, era utilizzato già dagli antichi Romani come strumento di commercio e di pagamento ( da qui il termine “salario”). Rovesciare accidentalmente sale sulla tavola è considerato quindi un presagio di sfortuna e in particolare un segno che denota una futura perdita di denaro.
Inoltre, è molto diffusa la credenza che il sale “non debba passare di mano in mano”, perché in un passaggio della Bibbia si dice che Giuda avesse sparso del sale poco prima di tradire Gesù nell’ultima cena.
Simile è il caso dell’olio. L’olio, tanto apprezzato da essere conosciuto come “oro liquido”, è sempre stato considerato un alimento prezioso e ricco sin da tempi antichi. Involontariamente sciupare dell’olio, versandolo sulla tavola o a terra, è ritenuto un simbolo di spreco e di una sorta di maledizione: un annuncio di sventura e povertà.
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Tragedia ad Arsiero: operaio di Silanus muore cadendo con l’auto in un dirupo

Una drammatica fatalità ha scosso profondamente la comunità di Silanus e la provincia di Vicenza quando il corpo senza vita di Pier Luigi Chessa, un operaio di 45 anni, è stato rinvenuto all'interno della sua vettura in fondo a una scarpata.
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Tragedia ad Arsiero: operaio di Silanus muore cadendo con l’auto in un dirupo.
Una drammatica fatalità ha scosso profondamente la comunità di Silanus e la provincia di Vicenza quando il corpo senza vita di Pier Luigi Chessa, un operaio di 45 anni, è stato rinvenuto all’interno della sua vettura in fondo a una scarpata.
L’uomo stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro in una fabbrica in Veneto ma purtroppo è uscito fuori strada ieri sera finendo in un dirupo dove è rimasto per ore senza che nessuno si accorgesse dell’accaduto. Soltanto stamattina il veicolo è stato individuato da una pattuglia di carabinieri di passaggio che ha subito lanciato l’allarme permettendo il successivo intervento dei soccorritori. Pier Luigi Chessa stava rientrando dal lavoro quando ha perso il controllo del veicolo che è stato trovato solo la mattina successiva ormai privo di vita in una zona impervia del territorio di Arsiero. Ancora una tragedia seppure indirettamente ha colpito Silanus poiché la vittima era originaria del centro sardo da dove era partito vent’anni fa per stabilirsi nel nord Italia. Le autorità ipotizzano che la causa della tragedia possa essere ricondotta a un improvviso malore o forse un colpo di sonno che non ha lasciato scampo all’uomo mentre percorreva il tragitto verso casa.
Il corpo senza vita di Pier Luigi Chessa è stato recuperato stamattina dai vigili del fuoco che hanno lavorato duramente per estrarre la salma dalle lamiere e portarla sul piano stradale. Pier Luigi Chessa era tornato l’ultima volta nel suo paese d’origine in Sardegna per dare l’ultimo saluto ai suoi cari in occasione del funerale del babbo Mario Chessa e prima ancora per quello della mamma Lella Oggianu. L’operaio che lavorava in una fabbrica in Veneto lascia un fratello di nome Gianfranco Chessa il quale lavora nell’ospedale di Nuoro portando avanti il legame con la terra d’origine di una famiglia molto conosciuta e stimata nel paese. Nell’incidente verificatosi ad Arsiero in provincia di Vicenza è rimasto vittima un uomo descritto da tutti come un grande lavoratore la cui esistenza è stata spezzata improvvisamente in una serata che doveva segnare il semplice ritorno alla quiete domestica dopo la fatica quotidiana.
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