Credenze popolari sarde. Perché si dice porti male rovesciare olio e sale?
In Sardegna ( ma non solo) per tanto tempo si è creduto che rovesciare olio e sale portasse sfortuna. Oggi vi spieghiamo quali sono le ragioni – molto antiche – alla base di questa credenza popolare.
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In Sardegna ( ma non solo) per tanto tempo si è creduto che rovesciare olio e sale portasse sfortuna. Oggi vi spieghiamo quali sono le ragioni – molto antiche – alla base di questa credenza popolare.
Ci sono molte credenze popolari che si tramandano da generazioni in cucina, ma le più famose e conosciute sono quelle relative all’utilizzo di sale e olio.
Il sale, da sempre considerato un bene pregiato, era utilizzato già dagli antichi Romani come strumento di commercio e di pagamento ( da qui il termine “salario”). Rovesciare accidentalmente sale sulla tavola è considerato quindi un presagio di sfortuna e in particolare un segno che denota una futura perdita di denaro.
Inoltre, è molto diffusa la credenza che il sale “non debba passare di mano in mano”, perché in un passaggio della Bibbia si dice che Giuda avesse sparso del sale poco prima di tradire Gesù nell’ultima cena.
Simile è il caso dell’olio. L’olio, tanto apprezzato da essere conosciuto come “oro liquido”, è sempre stato considerato un alimento prezioso e ricco sin da tempi antichi. Involontariamente sciupare dell’olio, versandolo sulla tavola o a terra, è ritenuto un simbolo di spreco e di una sorta di maledizione: un annuncio di sventura e povertà.
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Migliaia a Seui per Su Prugadoriu: la Sardegna riscopre la sua anima antica

La festa, giunta alla sua ventinovesima edizione, è stata ancora una volta l’occasione per ribadire che “non è Halloween, ma Su Prugadoriu”, una celebrazione profondamente radicata nella cultura sarda e nel culto dei defunti.
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Migliaia di persone hanno invaso oggi le strade di Seui per Su Prugadoriu, la storica manifestazione che ogni anno richiama visitatori da tutta la Sardegna e non solo.
Il borgo ogliastrino si è trasformato in un grande teatro all’aperto dove tradizione, ritualità e convivialità si fondono in un’unica esperienza. Fin dalle prime ore del mattino le vie del centro storico sono state animate dai bambini che, come da tradizione, hanno girato di casa in casa chiedendo offerte “po is animas”, in ricordo delle anime del Purgatorio.

La festa, giunta alla sua ventinovesima edizione, è stata ancora una volta l’occasione per ribadire che “non è Halloween, ma Su Prugadoriu”, una celebrazione profondamente radicata nella cultura sarda e nel culto dei defunti. Tra i vicoli acciottolati si sono alternati suoni, profumi e colori: nei caratteristici mangasinus produttori e artigiani hanno offerto formaggi, salumi, castagne, vini e piatti tipici come culurgionis e civargeddus, mentre artisti e musicisti hanno animato le piazze con canti e spettacoli.
I visitatori hanno potuto scoprire anche i luoghi simbolo del paese, dalla Palazzina Liberty al Carcere Spagnolo, fino alla Casa Farci e al sistema museale diffuso. L’edizione 2025, dedicata al tema della magia, ha confermato l’identità profonda di Seui, che attraverso Su Prugadoriu rinnova ogni anno il legame tra vivi e defunti, memoria e presente.

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