La vita “contro” di Joyce Salvadori Lussu, in lotta per la libertà, i diritti e la cultura
La straordinaria e leggendaria vita "contro" di Joyce Salvadori Lussu: il coraggio e l'impegno di una poetessa, partigiana, femminista dal talento portentoso.
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Il suo vero nome era Gioconda Salvadori ed era figlia di Guglielmo e sorella di Max. Aveva vissuto all’estero negli anni dell’adolescenza, crescendo in un ambiente familiare ricco di tradizioni risorgimentali, che ne avevano formato l’orientamento e il carattere. Sposata per due anni con un ricco fascista, il suo matrimonio vero (che durerà tutta la vita), sarà quello con Emilio Lussu. Un “matrimonio socialista”, come l’avrebbe definito lo stesso Lussu, che si tenne nel 1938 in casa, presenti pochi amici (tra cui Silvio Trentin, presso il quale, a Tolosa, la coppia si sarebbe rifugiata quando le avanguardie tedesche entravano a Parigi).

Joyce ed Emilio Lussu
Ecco i due passare da Tolosa a Marsiglia, per coordinare l’imbarco dei rifugiati antifascisti verso gli Stati Uniti e poi, a piedi, il passaggio dei Pirenei, l’attraversamento della Spagna e, in un viaggio avventuroso, l’arrivo a Lisbona dove Emilio Lussu si mette in contatto con i gruppi di “Giustizia e Libertà” statunitensi e con la “Mazzini Society”. In Portogallo Joyce riprende a studiare (in Germania, all’avvento del nazismo, aveva interrotto i corsi all’Università di Heidelberg, ma aveva ripreso gli studi in Francia alla Sorbona).
Ancora con Lussu il trasferimento in Inghilterra, per frequentarvi per tre mesi un corso di addestramento per “commandos”, e poi ancora in Francia, impegnata nell’attività clandestina. Il 3 marzo 1943 (mentre Emilio Lussu firma a Lione il patto d’unità d’azione fra PCI, PSI e GL) Joyce, che ha fatto passare il confine svizzero ad una coppia di antifascisti, è fermata dalla Gestapo. Grazie alla sua conoscenza del tedesco riesce a farsi rilasciare e, all’indomani della caduta di Mussolini, rientra in Italia. Dopo l’8 settembre eccola partecipare alla Resistenza romana ed eccola attraversare a più riprese le linee del Fronte, come “corriere” sotto il nome di “Simonetta”.
Dopo la Liberazione sarà decorata al valore militare con una motivazione che si conclude con queste parole: “Ha assolto missioni di estrema delicatezza e importanza, irraggiando intorno alla sua mirabile attività un alone di leggenda”. Sul primo decennio di lotta antifascista al fianco di Lussu, Joyce pubblicherà nel 1946 il libro Fronti e frontiere. Nelle prime elezioni amministrative del 1946 è capolista del Partito d’Azione a Porto San Giorgio (AP), l’unico Comune d’Italia dove il PdA ottiene la maggioranza assoluta. Promotrice della fondazione dell’Unione Donne Italiane, nel 1948 è eletta nella Direzione del PSI come responsabile nazionale della Sezione femminile. Non a caso, l’anno prima aveva avuto un grande successo il suo libro Donne come te, uno dei primi testi italiani sul movimento femminile. A partire dagli anni Cinquanta, Joyce è impegnata nel movimento dei Partigiani della pace e nel sostegno alle lotte dei popoli oppressi dall’imperialismo.

Macomer, sei auto danneggiate a colpi di martello durante la notte: 22enne arrestato dai Carabinieri

Il 22enne ha rubato un martello e mandato in frantumi i vetri di 6 auto.
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Notte di vandalismi nel centro storico di Macomer, dove un giovane di 22 anni è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di furto e danneggiamento aggravato. Secondo quanto ricostruito dai militari, il ragazzo avrebbe preso di mira un’auto in sosta, forzandola e rubando dall’abitacolo un martello frangivetro assieme ad altri oggetti.
Con lo stesso attrezzo, il giovane avrebbe poi mandato in frantumi i vetri di sei vetture parcheggiate nelle strade limitrofe, colpite una dopo l’altra. L’allarme è scattato quando uno dei proprietari, accortosi del danneggiamento, ha contattato il 112. Giunti sul posto, i Carabinieri hanno individuato l’unica persona che in quel momento si aggirava a piedi nei pressi delle auto colpite.
Durante la perquisizione, il 22enne è stato trovato in possesso del martello nascosto nella tasca del giubbotto. Un ulteriore riscontro è arrivato grazie alle immagini registrate da una telecamera di videosorveglianza che inquadrava alcune delle vetture danneggiate, permettendo ai militari di raccogliere elementi utili a collegare il giovane agli episodi avvenuti poco prima.
Le vittime hanno presentato denuncia-querela sia per il furto sia per i danneggiamenti subiti. Il giovane è stato quindi arrestato in flagranza di reato.
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