In Sardegna c’è una domus de janas decorata talmente bella da chiamarsi “S’incantu”
La sua bellezza risalente a cinquemila anni fa, la rende la più spettacolare tra le 215 dome scolpite o dipinte(e su 3500 totali) scoperte nell’isola.
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La Tomba dell’Architettura Dipinta, nota come S’Incantu, è la più famosa delle quattro Domus de Janas nella necropoli di monte Siseri, nel comune di Putifigari (SS) in Sardegna.
La sua bellezza risalente a cinquemila anni fa, la rende la più spettacolare tra le 215 dome scolpite o dipinte(e su 3500 totali) scoperte nell’isola.
L’interno della tomba raggiunge l’apice dell’arte neolitica grazie alla complessità e all’armonia architettonica, alla ricchezza e alla varietà di decori e colori, e alla ricercatezza legata all’attenzione dei popoli prenuragici nei confronti dei defunti. Fu scoperta nel 1989 ed è datata tra il Neolitico recente e l’Eneolitico (3200-2600 a.C.); essa fu utilizzata sino all’epoca romana.
La tomba si trova lungo il pendio del Siseri, a quota 850 metri, ed è la tomba I del sepolcreto scavato ad anfiteatro. A poche decine di metri di distanza si trovano le tombe II e III, parzialmente danneggiate e soggette all’inondazione a causa del crollo parziale dei loro soffitti. Sul versante opposto del monte, a 700 metri dalle altre tre, si trova la quarta tomba chiamata Badde de Janas, anch’essa danneggiata.
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Valanga fatale in Nepal: muore Paolo Cocco, il fotografo e alpinista di origini sarde

Tragedia sul Dolma Khang: muore Paolo Cocco, l’alpinista di origini sarde tra le vittime della valanga.
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Paolo Cocco, 41 anni, fotografo, alpinista ed ex vicesindaco di Fara San Martino (Chieti), aveva radici che parlavano anche sardo: la sua famiglia proveniva dall’Isola. Cocco è stato travolto nei giorni scorsi da una valanga sul Dolma Khang, vetta di 6.300 metri al confine settentrionale del Nepal, dove si trovava insieme all’amico e compagno di cordata Marco Di Marcello, biologo teramano di 37 anni, tuttora disperso. I due stavano tentando un’ascesa storica: nessun italiano aveva mai raggiunto quella cima. Il maltempo, violento e improvviso, ha trasformato l’impresa in tragedia coinvolgendo più alpinisti internazionali.

Post del sindaco di Fara San Martino
A confermare la morte di Paolo è stato il sindaco di Fara San Martino, Antonio Tavani, amico e compagno di tante stagioni amministrative: «È un dolore che ci attraversa tutti. Paolo era un ragazzo straordinario, una presenza luminosa. Se ne va un pezzo della nostra comunità».
Partito il 24 ottobre, sarebbe dovuto rientrare in Italia il 20 novembre. Negli ultimi anni viveva in Austria, dove lavorava come grafico, ma tornava spesso nel paese d’origine, a cui era profondamente legato. Proprio lì, poche settimane fa, aveva festeggiato i cento anni della nonna: una delle ultime immagini che la comunità conserva di lui, sorridente, circondato dagli affetti.
Nella sua vita si intrecciavano due territori diversi ma simili nel cuore: la Sardegna delle sue origini familiari e l’Abruzzo che lo aveva cresciuto. Ora la comunità attende notizie di Marco, l’amico che con lui ha condiviso il sogno dell’alta quota. «Continuiamo a sperare», ha detto il sindaco.
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