Il “cardulinu de elima” sotto la lente del microscopio del micologo Davide Puddu: «Nessuno l’aveva analizzato prima»

Conoscete il “cardulinu de elima”? Be’, mangiato da sempre nel Sulcis, non era mai stato studiato. Ci ha pensato il micologo Davide Puddu, originario di Cagliari ma a Olbia da anni.
Aveva solo un nome sardo ma non era mai stato categorizzato e descritto in maniera scientifica. Di quale fungo stiamo parlando? Be’, del “cardulinu de elima”, consumato da sempre nel Sulcis ma mai studiato.
Ci ha pensato il micologo Davide Puddu, originario di Cagliari ma adottato da Olbia.
«Mi venne mostrato nel 2015 da un caro amico, Luca Urracci» spiega Puddu. «Sin da subito, notai la somiglianza con il Leccinellum corsicum (chiamato nell’Isola “murdegu”).»
Ma poi, con una profonda analisi al microscopio e considerando il suo habitat, Puddu nota una cosa: «Le misure sporali erano parecchio diverse e più grandi. È stato un caso più unico che raro, perché un fungo che ha un nome comune nel Sulcis, paradossalmente non aveva una descrizione scientifica, era completamente privo di binomio. Così è nata la necessità di dargli un nome e di descriverlo formalmente. È proprio a due passi da Olbia che viene l’Holotypus della specie.»
E nel suo libro, “Il genere Leccinellum in Sardegna”, il micologo sardo lo spiega in tutte le sue peculiarità, compreso il fatto che cresca solo sotto l’Halimium, comunemente chiamato dai comuni mortali “cisto giallo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA