“L’archeologo sul grande schermo”: Francesco Bellu tra archeologia, cinema e letteratura

In questa intervista a Francesco Bellu, giornalista ed archeologo sardo, scopriamo di più su questo progetto che unisce cinema e archeologia
Francesco Bellu, archeologo e giornalista quarantaduenne di Benetutti, vive ormai da vent’anni a Sassari. Ha sempre lavorato in bilico tra film, serie tv e fumetti, passando dai cantieri di scavo ai giornali, dopo una laurea in Conservazione dei Beni Culturali, un master in Giornalismo e la scuola di specializzazione in Beni archeologici all’Università di Sassari.
Giornalista professionista, ha scritto per vari quotidiani e testate web, occupandosi di archeologia e cinema su Movieplayer, Sardinia Post, Sardinia Post Magazine, La Nuova Sardegna.
Ecco cosa ci ha raccontato
Tra le tue aree di interesse lavorativo (e non solo) spiccano: l’archeologia, il giornalismo, i film e i libri. Vuoi raccontarci qualcosa in più sul tuo contributo in queste passioni che sviluppi di pari passo?
L’archeologia e il giornalismo fanno parte di un percorso professionale vero e proprio. Spesso si sottovaluta il fatto che essere archeologi o giornalisti è frutto di un percorso ben preciso che comporta una serie di competenze e conoscenze che non si imparano dall’oggi al domani e soprattutto non si improvvisano. Poi certo la passione è quel di più che spinge a farlo nel modo migliore possibile e stimola la curiosità. Occupandomi di comunicazione dei beni culturali vedere come i temi dell’archeologia e dell’essere archeologi siano percepiti dal pubblico riserva molte sorprese e il cinema e la letteratura hanno avuto un peso non da poco nel ridefinirne archetipi ma anche stereotipi e vere e proprie distorsioni che spesso cozzano con una realtà che è ben diversa. Evidenziare perciò queste differenze diventa uno degli aspetti più importanti del mio lavoro.
Il tuo libro, edito da Edizioni NPE, si intitola “L’archeologo sul grande schermo”. Vuoi presentarlo ai nostri lettori?
Il libro racconta di come l’archeologo viene raccontato e recepito grazie al cinema. D’altra parte è proprio grazie al grande schermo che è diventata una delle figure più significative nell’immaginario collettivo, attraverso una serie innumerevole di film in cui è protagonista. E questo a partire sin dai film muti – il primo è addirittura del 1908 – per arrivare a personaggi iconici come Indiana Jones, Lara Croft, Daniel Jackson, fino a padre Merrin de “L’esorcista” e Wonder Woman. In questo modo porto il lettore a toccare sia la storia del cinema tout court sia quella dell’archeologia dove l’entusiasmo per i ritrovamenti nei paesi orientali e in Egitto segue di pari passo la moda dell’esotismo; un aspetto quest’ultimo che proprio l’avvento del cinema ha amplificato a dismisura la fascinazione per questi luoghi e l’archeologia. Così nelle pagine si materializzano scopritori impavidi, tombe violate, mostri, misteri, donne bellissime, avventure e amori tormentati. Fantasia e realtà si muovono sempre di pari passo, ed è una delle cose più sorprendenti che troverete tra le pagine; questo perché la prima s’è sempre nutrita della seconda: basti pensare per esempio alle dicerie dietro la scoperta della tomba di Tutankhamon, avvenuta proprio cento anni fa, che portarono poi alla realizzazione del fortunatissimo filone sulle maledizioni e le mummie.
In cosa, il tuo libro, si differenzia rispetto agli altri dello stesso settore?
Di sicuro per il taglio che ho dato. Pur avendo fatto quello che è tecnicamente un saggio, ho cercato di renderlo godibile e accessibile per chiunque, sia per chi conosce i temi trattati, sia per chi non ne ha nessuna. Per questo motivo ho anche “giocato” con l’archeologia, andandola a ricercare in generi apparentemente lontanissimi in cui è però si possono rintracciare molti degli elementi caratterizzanti che di fatto hanno reso questa materia e i suoi protagonisti addirittura “pop”.
Come credi che si possano avvicinare maggiormente i giovani di oggi a tematiche come quelle trattate nel libro?
Sicuramente con una comunicazione efficace, capace di rendere comprensibile a una platea sempre più ampia concetti e temi che a prima vista potrebbero non esserlo. Nel mio caso, il fatto che ci siano molti film di successo agevola molto tutto ciò. La sfida semmai è cercare di trovare spunti che portino a vederli in una prospettiva non solo stimolante ma anche originale e inconsueta.
.

© RIPRODUZIONE RISERVATA