È la prima in Sardegna ad adottare il figlio del compagno: la storia di Franca Loddo

Franca Loddo è stata la primissima nell’Isola ad adottare legalmente il figlio del compagno, con una battaglia non certo indifferente. «Gioele è la mia vita» queste sono le sue parole quando parla del ragazzo
Quando l’amore trionfa, è un traguardo per tutti. Si sprigiona, conquista i cuori e scalda. La storia di Franca Loddo e di Gioele è una di quelle favole che sarebbe splendido leggere prima di dormire, perché di fronte a un lieto fine simile non si può far altro che ben sperare. Sì, perché Franca Loddo è stata la primissima nell’Isola ad adottare legalmente il figlio del compagno, con una battaglia non certo indifferente, eh. Mica senza perderci il sonno. E mica senza amare alla follia. Sì, perché le prime parole che la 54enne, insegnante di ruolo a Tortolì, dice quando si parla del ragazzo sono: «Gioele è tutta la mia vita». E le pronuncia con emozione, con cuore, con passione. Un sentimento che penetra nell’animo di chi l’ascolta, mentre racconta il percorso a ostacoli che, conclusosi il 21 ottobre, l’ha portata a diventare la madre legale del ragazzo. Legale, perché lo era comunque già nei fatti.
Ma facciamo un passo indietro.
È il 2013 quando incontra a Orosei, città di cui è originaria, Gaspare, un uomo separato con due figli. Da subito la storia si fa seria e Franca, che è dotata di un’empatia fuori dal comune, esorta il compagno a instaurare un rapporto più solido con il figlio Gioele, rimasto con la mamma in Sicilia.
Nel 2017 la madre naturale del ragazzo però, a causa di gravi problemi di salute, muore e la situazione si complica. Ma Franca, che oltre a un cuore d’oro ha anche una tempra caratteriale molto forte, non si spaventa dall’eventualità che Gioele debba, a un certo punto, stabilirsi da loro. Non è frettolosa, sa che sarà un cammino duro e denso di scale ripide da salire, quindi lei e il compagno decidono di mettere insieme un piano infallibile perché il ragazzino non soffra e perché questo sia un passaggio graduale. Per un anno, Gioele rimane infatti in Sicilia, con i parenti.
«Ci siamo rivolti a dei professionisti che ci seguissero in quella che era a tutti gli effetti una preparazione alla genitorialità» spiega la Loddo. «Era necessario aiutare anche Gioele a prepararsi per l’integrazione in un ambiente completamente nuovo, a superare il trauma della morte della mamma e tutto. In quell’anno, ho avuto modo di conoscere di persona Gioele e tra noi è scattato subito un feeling bellissimo. Anche quando ero lontana, lo sentivo tanto al telefono, aiutandolo in tutto e mostrandogli quale grande affetto nutrissi già per lui.»
Sì, perché Gioele, che comunque aveva dovuto per anni prendersi cura della mamma malata, aveva gravi lacune a livello scolastico e ha anche dei problemi di salute, con il diabete di tipo 2 dato da una scorretta alimentazione. In più, ha disturbi dell’apprendimento. Franca, seppur lontana, gli è vicina e lo sprona.
Quando Gioele arriva a casa Loddo, viene accolto con tutto il calore che merita. Franca e Gaspare sono finalmente felici, pronti ad affrontare questo percorso. L’uomo prende addirittura un anno di disoccupazione proprio per non sbagliare nulla. Gioele, nonostante alcuni ostacoli iniziali, si sente a casa sin da subito, legandosi a Franca in maniera dolce e forte insieme.
«Era luglio quando è arrivato da noi,» racconta Franca «e io, preoccupata per come avrebbe vissuto la nuova scuola e l’incontro con i suoi compagni, fin dall’inizio dell’anno scolastico organizzavo cene e pomeriggi di gioco a casa mia dove provavo a coinvolgere tutti.»
Non sono soli in questo frangente: gli specialisti fanno loro da sostegno per aiutare il ragazzo a superare tutti i problemi che si portava dietro da quella che era stata la sua “vita precedente”.
«Piano piano, tutto si è sistemato» racconta Franca, un lieve tremolio tradisce l’emozione di un legame che sin da subito è stato totalizzante, bellissimo.
Gioele perde peso, quindi la sua situazione di salute migliora. Riesce a colmare le lacune scolastiche. Si integra con il suo gruppetto di amici. Fa sport per la prima volta. Vive tante altre prime volte, come quella di vedere un film al cinema, e questo lo aiuta a entrare in un mondo che sembra costruito apposta per lui. Un mondo fatto di amore e di dolcezza. E soprattutto, stringe sempre di più un legame stretto – strettissimo! – con quella che sente essere una mamma.
E in Franca nasce una voglia, impetuosa e impossibile da tenere a bada. Vuole essere la mamma di Gioele anche sulle carte. Lei quel ragazzino che le è entrato nel cuore lo vuole adottare, lo ama troppo per non fargli da madre sotto tutti i fronti. Ma anche qui trova dapprima un muro. «Mettici una pietra sopra, devi sposare suo padre se vuoi la soluzione al problema»: questo le rispondono quando si informa se fosse possibile. Ma lei non ci sta. Non è una donna che solitamente si arrende, soprattutto non ha nessuna intenzione di farlo ora.
«Ho trovato un caso che mi poteva essere utile: con sentenza n. 1274/2012, alla corte d’appello di Firenze, venne disposta un’adozione svincolata dal matrimonio perché definita caso particolare. Quindi si poteva fare! Mi sono detta: io devo battermi.»
Seguita dall’avvocata Gabriella Cugudda, con questo precedente, riesce a ottenere un’udienza che si chiude, positivamente, proprio il «21 ottobre, che sarà una data per noi importante per sempre» chiarisce. Ma non è finita qui, le belle notizie fioccano.
«Gioele mi chiese di poter avere il mio cognome, diceva gli avrebbe fatto molto piacere. Il babbo, altresì, era d’accordissimo. Ci dimenticammo però, nell’emozione dell’udienza, di chiedere se si potesse fare. Ma all’arrivo dei documenti tutti noi ricevemmo una bella sorpresa: Gioele Mistretta era diventato a tutti gli effetti Gioele Loddo Mistretta, come previsto dalla legge sull’adozione.»
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
Ora Gioele è iscritto all’Istituto Socio Sanitario, studia, è felice e non vede l’ora di continuare questo percorso, ora con molti meno ostacoli. E chissà se la voglia di prendersi cura degli altri l’ha presa dal fatto che, bambino, si prendeva cura della mamma malata o dalla totalizzante empatia di Franca: la cosa certa è che è un ragazzo solare, sempre attento agli altri, con un sorriso per tutti. E che siano benedetti i caratteri così, dolci, attenti ed empatici.
Cosa ci insegna questa storia? Che finché esisteranno amori così forti e impetuosi il futuro farà sempre un po’ meno paura. Che quando si combatte – unghie e denti – per ciò a cui si tiene, la soluzione, in un modo o nell’altro, arriva. Che i percorsi più difficili, quelli più ostici, sono quelli che portano alle vette più belle, alle emozioni più pure, ai legami più intensi.
E la storia di Franca e Gioele, ormai suo figlio, ricorda anche che l’amore vince sempre.

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