Catalina Lay, la levatrice ogliastrina condannata per stregoneria dall’Inquisizione

Catalina Lay, la levatrice ogliastrina condannata per stregoneria dall’Inquisizione

Venne giudicata a Sassari nella piazza “Carra Manna” nel 1583 con l’accusa di essere una strega. Dopo varie torture confessò di essere colpevole di tutti i capi di imputazione. Catalina Lay fu condannata a duecento frustate, oltre ad altre umilianti pene, e incarcerata per sei anni. Nel suo paese natio è ricordata nel percorso museale Sehuensis in “s’ Omu ‘e Sa Maja”, dove alla levatrice è dedicata una sezione in cui è ricostruita e narrata la sua storia. Affinché il triste destino di Catalina e di tante altre vittime dell’Inquisizione non venga cancellato dall’oblio del tempo.

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La sua produzione risale alla seconda metà dell’Ottocento ed è legata alla diffusione dell’allevamento della razza vaccina Bruno Alpina, all’importazione dei tori dalla Svizzera e al contatto di imprenditori locali con casari dediti alla produzione del Gruyère.