Lo sapevate? Nella Sardegna di circa 8 milioni di anni fa viveva l’oreopiteco, una scimmia di 35 chili alta circa un metro

A spiegarcelo, nella consueta puntata dedicata alle curiosità sulla nostra Isola, è il paleontologo Daniel Zoboli.
Durante il Miocene Superiore (Tortoniano, attorno a 7-8 milioni di anni fa) l’area sardo-corsa e quella dell’odierna Toscana occidentale costituivano un’unica grande terra emersa o un arcipelago costituito da grandi isole popolate da una peculiare fauna insulare.
A spiegarcelo, nella consueta puntata dedicata alle curiosità sulla nostra Isola, è il paleontologo Daniel Zoboli.
«La testimonianza di questa antica fauna in Sardegna è data dal sito paleontologico di Fiume Santo (Porto Torres) nel quale, in depositi fluviali, sono stati ritrovati più di 13.000 resti fossili appartenenti a rettili (coccodrilli e tartarughe) e mammiferi. La scoperta di questo importantissimo giacimento paleontologico è avvenuta nei primi anni ’90 durante alcuni lavori nell’area della centrale termoelettrica di Fiume Santo.»
Ma, udite udite, tra i mammiferi ritrovati nel sito sardo ci sono: «Un mustelide, due roditori muridi, due ghiri, un suide, un giraffide e ben quattro specie di bovidi. Una delle specie più interessanti di questa fauna è senza dubbio Oreopithecus bambolii, una scimmia antropomorfa che poteva pesare attorno ai 35 Kg e raggiungere un’altezza di poco più di un metro. I fossili ritrovati in Sardegna consistono in alcuni denti isolati e in un frammento di mandibola destra. L’aspetto generale di questa scimmia è però ben conosciuto grazie ai fossili ritrovati anni prima in Toscana. Alla fine degli anni ’50, all’interno di una miniera di lignite a Baccinello (Maremma), fu infatti ritrovato un fossile ben conservato di questo primate ribattezzato familiarmente Sandrone».
«Diversi tratti anatomici, quali un torace ampio, un torso corto e dita lunghe e affusolate, suggeriscono un adattamento alla vita arboricola sospesa paragonabile a quella degli odierni gibboni» conclude Zoboli. «La morfologia dei molari indica inoltre una dieta costituita principalmente di foglie d’albero».

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