Maria Lai, celebre artista ogliastrina, nata nel 1919 a Ulassai, ha vissuto un’infanzia caratterizzata dall’isolamento e dalla fragilità fisica, elementi che hanno influenzato profondamente il suo futuro artistico. Figlia di Giuseppe, veterinario, e Sofia Mereu, era la seconda di cinque figli. A causa della sua salute cagionevole, Maria trascorreva i rigidi inverni presso gli zii contadini a Gairo, lontana dal paese natale, il che le impedì di frequentare regolarmente la scuola elementare.
Questo periodo di solitudine, tuttavia, si rivelò essenziale per lo sviluppo del suo talento. Immersa nella quiete della campagna sarda, Maria cominciò a esprimere la sua creatività fin da bambina, disegnando con i carboni del camino sulle pareti di casa. Queste esperienze segnarono l’inizio di un percorso artistico che l’avrebbe portata a diventare una delle figure più importanti dell’arte contemporanea italiana.
Un episodio particolarmente significativo della sua infanzia fu l’incontro con lo scultore Francesco Ciusa, uno dei più rinomati artisti sardi del tempo. Quando Maria era ancora una bambina, Ciusa la scelse come modella per un’opera speciale: un ritratto di una sorellina defunta della famiglia Lai. Posare per Ciusa fu, per la giovane Maria, un’esperienza intima e toccante, che probabilmente influenzò la sua visione dell’arte come strumento per raccontare storie personali e collettive, sempre profondamente radicate nel territorio e nelle tradizioni della sua terra natale.
Questo legame precoce con il mondo artistico, unito alla sua inclinazione naturale per il disegno e la creatività, contribuì a formare il carattere unico della sua opera. Maria Lai, che nel corso della sua carriera avrebbe esplorato una vasta gamma di linguaggi espressivi, tra cui il tessile, l’installazione e la performance, si distinse per la capacità di unire il mito, la memoria e il paesaggio in un dialogo continuo con la comunità. L’esperienza di posare per Ciusa non fu solo un evento biografico, ma una delle prime tappe di un viaggio artistico straordinario, che l’avrebbe portata a innovare l’arte sarda e a conquistare riconoscimenti internazionali.
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