“Da un lato le richieste di risparmio idrico, dall’altro le perdite d’acqua per le strade, Abbanoa è una vergogna” Così il sindaco di Loceri Gianfranco Lecca commenta le continue perdite che persistono nelle strade del centro storico e della periferia.

“Quanto sta accadendo – aggiunge – è una lunga serie di disservizi: copiose perdite d’acqua invano segnalate unite al mancato ripristino della sede stradale lungo le vie cittadine di Via Funtana Eccia, Via Dante, Via Regina Elena, Via Eleonora d’Arborea, Via Su Monti Longu, Via San Bachisio. Non ultima quella evidenziata da oltre 10 giorni nella Via Nazionale che sta causando seri danni in una abitazione privata. Nonostante le continue comunicazioni l’ente di gestione del servizio non è mai stato in grado di garantire una fornitura idrica degna di un paese civile. Il ‘sistema Abbanoa’- ha aggiunto Lecca – rappresenta un’anomalia. Non è possibile che a causa dell’aumento dei consumi, i cittadini subiscano le restrizioni idriche e nel frattempo assistano alle perdite d’acqua per strada”.

“Il Comune di Loceri viste le continue segnalazioni – prosegue il sindaco – proseguirà nel denunciare questa forma di gestione sia in sede politica sia in sede giurisdizionale davanti alla Procura della Repubblica di Lanusei. Solo con la correzione di questo sistema fallimentare si potrà costruire un modello di rispetto dei diritti dei cittadini che pagano per avere un servizio, che chiedono un ente che rispetti l’ambiente mentre assistono a continue inefficienze che al contrario sono spesso causa di danni e degrado”.

Nel 1905, Max Leopold Wagner, celebre etnologo tedesco, scoprì a Tortolì la cottura “a carraggiu”. Durante un’escursione in bicicletta con il collega Eugen Burger, fu attirato dal bagliore di un fuoco e, temendo un incendio, si avvicinò: invece trovò una festa con balli sardi e musica di launeddas.

Wagner apprese che la carne, cucinata intera in una fossa sotterranea coperta di terra e rami, arrostiva lentamente sotto il fuoco secondo l’antica tradizione tortoliese.

Non si sa quale animale fosse, ma Wagner ne lodò il sapore, probabilmente assaggiandolo, restando affascinato da questo originale metodo di cottura.