Quella di Battistino Cirina non è una storia a lieto fine. Nato a Vallermosa nel 1919 e cresciuto a Selargius, dove i compaesani lo conoscevano con il soprannome di “Ferruxa” o “Farruschedda”, divenne famoso a Cagliari tra gli anni ’60 e l’inizio degli anni ’90. Fu forse il mendicante più famoso della città, fino alla sua tragica scomparsa nel 1991. “Carità di buon cuore”: i cagliaritani gli avevano dato come soprannome la frase che lui stesso usava per chiedere l’elemosina.

Battista Cirina “Carità di Buon Cuore”

Lo si poteva incontrare tutti i giorni nel Largo Carlo Felice, all’incrocio con via Roma, sotto il palazzo della Rinascente. Viveva di quello che gli offriva il “buon cuore” della gente a cui lui stesso si appellava, al contrario di infamanti e finte leggende che giravano sul suo conto, come quella che lo ritraeva come un miliardario. Ovviamente non era vero e furono forse proprio queste storielle metropolitane ad attirare su di lui l’attenzione di persone poco raccomandabili. Padre di 9 figli era affetto fin da bambino da una grave forma di congiuntivite. Con la sua famiglia ha vissuto tra Selargius, Giorgino, San Michele e Sant’Elia.

Era il 12 marzo 1991 quando Battistino Cirina, 72 anni e quasi completamente cieco, fu attirato da due uomini, l’allora ventenne Walter Pitzianti e un  suo complice. Gli offrirono una birra e poi lo portarono in un buio vicolo della Marina, dove, mentre l’amico gli faceva da palo, Pitzianti gli strappò la scatola con le elemosina per poi colpirlo ripetutamente fino a lasciarlo agonizzante a terra. Battistino Cirina morì dopo cinque giorni di coma e Cagliari rimase orfana del suo gentile e amato mendicante. Fu forse allora che morì in città un modo tutto antico, pieno di dignità ed educazione, di chiedere aiuto al prossimo.

Un tuffo nel passato, tra ricordi, volti giovani e partite che hanno fatto la storia del calcio ogliastrino. Era l’inizio degli anni Ottanta e Tortolì poteva contare su due vere corazzate calcistiche, società solide e ben organizzate soprattutto a livello giovanile.

A testimoniarlo è la finale del campionato Allievi 1981/82, che vide di fronte il Tortolì e la Castor. Le due squadre arrivarono all’atto conclusivo dopo aver dominato i rispettivi gironi: il Tortolì chiuse al primo posto il girone “A”, mentre la Castor si impose nel girone “B”.

La Castor si presentava come una formazione temibilissima, forte anche della presenza di diversi giocatori provenienti da Villagrande. Ma la finale premiò il Tortolì, che si impose con il risultato di 2 a 1 al termine di una gara combattuta ed emozionante.

Foto di Marco Micheli dal gruppo Ogliastra Calcio

A sbloccare il match fu Daniele Murru, con il gol dell’1-0. Il pareggio arrivò su un’autorete di Gavino Mura, prima della rete decisiva siglata da Pino Murgia, che fissò il risultato finale sul 2-1 e consegnò la vittoria ai rossoblù.

Quella squadra resta ancora oggi nel cuore di chi l’ha vissuta. Ecco i protagonisti dell’U.S. Tortolì di quella storica stagione. In piedi: mister Pippo Greco, Genesio Enas, Pino Murgia, Gavino Mura, Raffaele Sardanu, Daniele Murru, Tommy Fiori. Accosciati: Luigi Carmassi, Andrea Mungittu, Roberto Pili, Roberto Deiana, Tonino Pischedda.

Una foto, una finale, una generazione. Chi di voi c’era in quella foto? (Foto di Marco Micheli nel gruppo Ogliastra Calcio).