In America Latina per alcune fasce della popolazione è difficile sopravvivere anche in condizioni normali. Si può intuire come sia difficile la situazione ora che è arrivato questo terribile virus. Ci sono decine di migliaia di persone che non sono in grado di procurarsi un pugno di riso, figuriamoci le mascherine. I senza tetto, che in questi paesi sono moltissimi, sono totalmente vulnerabili al virus e non possono contare su alcuna difesa.

Antonello e sua moglie Susan vivono in Colombia da 11 anni e conoscono molto bene la realtà del luogo. Hanno già dato vita in passato a iniziative benefiche per aiutare i poveri, oggi però ci chiedono una mano per un obiettivo diverso: acquistare 10mila mascherine per proteggere i più esposti alla pandemia. Servono 2500 euro, ma sicuramente la generosità dei sardi risponderà positivamente all’appello di un conterraneo.

Solidarietà Antonello Zappadu con questo link si accede alla pagina attraverso la quale effettuare la donazione si può donare anche un euro soltanto, ma se lo facciamo in tanti non sarà così difficile raggiungere l’obiettivo. Se le grandi nazioni sono entrate in crisi pensiamo a quello che sta per accadere nei paesi –cosiddetti– del terzo mondo, caratterizzati da un basso prodotto interno lordo pro-capite, da una elevata crescita demografica, una conclamata povertà e da una struttura produttiva fortemente dipendente dall’importazione di capitali e tecnologie dai paesi industrializzati, cioè da quelle nazioni e potenze che in questo preciso momento si trovano in situazione di estrema criticità a causa del coronavirus.

Con 1 euro si possono comprare 1,5 kg. di riso, alimento basilare nella cucina Sudamericana. Le mascherine saranno consegnate alle ONG che operano qui in Cali affinché le distribuiscano agli invisibili del Centro di Cali, comprare viveri e distribuirli, in modo capillare, nelle case che espongono i banchetti con il sistema (Prendi se ti necessita. Dona se puoi) nei quartieri più a rischio di povertà. Tutto sarà rendicontato pubblicamente nella pagina della raccolta fondi ogni settimana verrà dato conto di entrate ed uscite.

La sera del 7 giugno del 1984, Enrico Berlinguer, segretario del Pci, stava concludendo il suo comizio in piazza della Frutta a Padova, per la campagna elettorale delle Europee quando improvvisamente si sentì male.

Riuscì a portare a termine il suo discorso, con grande fatica, mentre la gente gli urlava, impaurita: «Basta, Enrico!». All’improvviso, il mancamento: i collaboratori lo ressero tra le braccia e lo portarono in albergo. Nella notte Berlinguer entrò in coma. Dopo quattro giorni di agonia, l’11 giugno il politico originario di Sassari morì all’ospedale di Padova per emorragia cerebrale. 

Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini mise a disposizione l’aereo presidenziale per il trasporto della salma, dichiarando: “Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta”. Alla cerimonia funebre in piazza San Giovanni in Laterano, a Roma, parteciparono più di un milione di persone.  

Alle elezioni europee, probabilmente sull’onda emotiva della morte dell’amatissimo segretario nazionale, il Pci superò per la prima volta la Dc, diventando il primo partito italiano.