La voce di chi non ha voce: il messaggio dei più deboli all’Ogliastra
Oggi è Natale, un giorno di festa, di musica, di compagnia, di auguri e di regali. Dai mass media riecheggiano suoni e rumori vari e indistinti: le solite chiacchiere, i concerti di Natale, i classici film, o gli imperdibili cartoni per i più piccini. Nelle nostre case invece entrano in scena le nostre storie, quelle vere, quelle della nostra vita vissuta. Alcune sono come le luci di Natale che brillano di mille colori, altre invece sono opache, tristi, non a colori, senza musica e né suoni.
Oggi è Natale, un giorno di festa, di musica, di compagnia, di auguri e di regali. Dai mass media riecheggiano suoni e rumori vari e indistinti: le solite chiacchiere, i concerti di Natale, i classici film, o gli imperdibili cartoni per i più piccini. Nelle nostre case invece entrano in scena le nostre storie, quelle vere, quelle della nostra vita vissuta. Alcune sono come le luci di Natale che brillano di mille colori, altre invece sono opache, tristi, non a colori, senza musica e né suoni.
C’è chi è riuscito a donare un senso a quella sofferenza ed oggi è capace di raccontare storie che riempiono il cuore. Sono racconti di sofferenza ma di amore, di quello esemplare, forte e duraturo, storie di grinta e di coraggio, di attaccamento alla vita e ai valori, quelli di una volta, unici e rari. In una società dello scarto, della discriminazione, del rifiuto del dolore, queste persone ci parlano di una vita che cambia prospettiva: di un sorriso, di una carezza, di uno sguardo, di due occhi carichi di fiducia e di speranza, ovvero della realtà “scomoda” della vita e della ricchezza che essa è capace di donare.
È la voce di Pietrina e Celeste di Urzulei, una coppia di sposi esemplari la cui vita è stata sconvolta dalla malattia. Il loro nemico non è riuscito a portar loro via tutto. Hanno ancora l’affetto dei figli, dei loro cari, delle tante persone, sacerdoti, medici, infermieri e amici che accanto al loro operato non fanno mancare un sorriso e la loro vicinanza. Pietrina è anche un esempio di grinta e di coraggio, di voglia di lottare contro un sistema sanitario ogliastrino indebolito. Per un paziente malato di SLA è un gran problema spostarsi, ma il personale e l’occorrente scarseggia. Nonostante questo Pietrina manda un messaggio a questa nostra società: «Bisogna cercare di essere positivi e di non abbatterci perché il mondo ce ne presenta di tutti i colori, occorre essere rispettosi tra di noi, coltivare l’amore della famiglia perché con esso tutto si supera, anche se non è facile. Occorre per questo motivo circondarsi di persone positive perché il percorso della vita non è una passeggiata».
A Pietrina basta il sorriso di suo marito, quando risponde al suo amore, quando vede tramite videochiamata il proprio figlio che sta a Londra.
La loro vita ha cambiato prospettiva e ha altre priorità, come quella di Lucia di Jerzu, una giovane mamma di una bambina con una grave disabilità. Lucia ringrazia sua figlia Marzia che tutti i giorni le regala immense emozioni e chi le sta vicina, ma al contempo non nasconde il suo rammarico per la mancanza di strumenti, strutture riabilitative e figure professionali necessarie a bambini speciali come Marzia. Un altro contributo speciale ce lo dà Manuel che lavora a Lanusei con Francesco, un bambino di Villagrande con la sindrome di down.
I genitori di Francesco, tramite Manuel, colgono l’occasione per augurare un Natale pieno di amore e di armonia ma soprattutto all’insegna dell’uguaglianza. Uguaglianza e non diversità, come si è soliti pensare in questi ultimi tempi.
Dello stesso parere è Luisella, un’educatrice e madre di Jerzu che lavora a contatto con le persone disabili. Il contatto con le persone speciali le ha insegnato che l’unico e più importante messaggio da dare sia quello dell’accettazione delle diversità e delle unicità di cui ciascuno è portatore. Ancor oggi c’è tanto pregiudizio riguardo le persone diversamente abili e pensa che tutti, con uno sforzo di sensibilità e di cultura, possiamo cercare di superarlo. Ognuno di noi è una risorsa, perché ogni essere umano è unico, speciale, fonte di ricchezza e di speranza.
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