Articolo di Maria Aurora Murgia
Nel salone parrocchiale, ieri sabato 30, con la serata organizzata dal circolo A.N.S.P.I. dedicata alla trattazione dei temi d’integrazione e volontariato, in correlazione alle conseguenze distruttive dello tsunami che nel 2004 devastò lo Sri Lanka, è terminato il ciclo di programmazione dell’attività oratoriale del mese di novembre.
«Un argomento che accosta il sud est asiatico al paese di Villagrande colpito, nello stesso anno, a distanza di soli venti giorni, da una disastrosa alluvione» hanno spiegato gli organizzatori. «Infatti, sono stati tanti i volontari che hanno aiutato gli abitanti di Villagrande, ma numerosi anche i compaesani che si sono prodigati per sostenere le popolazioni colpite da eventi calamitosi».
La serata ha avuto inizio con un filmato sugli tsunami – «ormai sempre più frequenti e non soltanto avvenimenti eccezionali» hanno precisato gli organizzatori – e con una presentazione geografica delle aree interessate.
Dopo i ringraziamenti del parroco e degli organizzatori, il Dottor Natalino Meloni ha introdotto il primo ospite, Fabrizio Loi, agente della forestale e volontario che partecipò alle attività di soccorso durante l’emergenza in Sri Lanka.
«Fabrizio è un esempio di solidarietà messa in pratica! Ha anche dimostrato onestà morale, perché prima della partenza non ha celato dubbi e paure, nonostante la difficile situazione e lo sconforto iniziale, e ha saputo cogliere la rassegnazione e la speranza della popolazione, facendo diventare gratificante perfino la fatica».
«Inizialmente ho partecipato alle operazioni di soccorso a Villagrande,» ha chiarito Loi «poi ho chiesto al capo di dipartimento di fare l’attivazione per partire come volontario e aiutare i popoli lontani. È stata una decisione presa di comune accordo con la mia famiglia, che si è sempre dimostrata comprensiva nel condividere quest’esperienza.”.
A dare voce alle emozioni e ai ricordi di Fabrizio sono stati i lettori che, intervallati dalla melodia del pianoforte, hanno interpretato alcuni estratti delle sue testimonianze.
Attraverso i brani, i presenti hanno approfondito la conoscenza dell’operato dei volontari, che si sono dedicati al rifacimento dei servizi igienici e fognari, provvedendo all’apporto idrico ed energetico, alla sistemazione delle tende in sostituzione delle abitazioni in lamiera, fango e foglie di palma, ma soprattutto alla costruzione dell’ospedale da campo per assistere i feriti.
«Scatto il popolo, voglio portarlo nei miei ricordi. La foto è la prosecuzione dell’anima e del pensiero» ha detto il villagrandese. A rendere vividi i racconti, è stata la proiezione delle slides con le fotografie da lui stesso scattate, durante la permanenza nello Sri Lanka. I partecipanti hanno potuto così osservare, le usanze, le tradizioni e il lento svolgersi della vita degli abitanti locali.
Molteplici i soggetti fotografati: fratelli che con una carezza incoraggiano le sorelle minori – Una delle poche gioie è stata giocare con i bambini, ai quali ho insegnato anche il sardo!» ha ricordato –, madri che abbracciano i figli, uomini scalzi, bambini dai vestiti sgargianti, seduti sugli alberi, pescatori che al fianco delle reti osservano il mare e la devastazione circostante e gli ingenti danni causati dallo tsunami, ancora i detriti trasportati dalle onde e le impronte sulla sabbia di chi ha ritrovato il coraggio di tornare sulla spiaggia.
«Quelli che prima erano odori ora sono profumi, i rumori ora sembrano melodia!» afferma Fabrizio Loi. «È un’esperienza costruttiva, che consiglio ai giovani di intraprendere, perché è una scuola di vita che permette di crescere».
La seconda ospite a esporre, anche in lingua tailandese, il suo percorso d’integrazione, è stata la signora Pornpit Phontharuksa, abitante di Villagrande ormai da dieci anni e anch’essa testimone del catastrofico tsunami. Dopo la consegna dei fiori all’invitata, come simbolo di rispetto reciproco, è stata declamata, in un momento di toccante emozione, una poesia dedicata alle donne che con dignità affrontano le difficoltà della vita e poi alcune celebri frasi della scrittrice Alda Merini.
La serata si è conclusa con l’assaggio dei dolci e l’esortazione ai presenti, per partecipare il 14 dicembre, alla rappresentazione di una commedia dialettale sarda, che si terrà all’oratorio.
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