Cal’a Cinema chiude in bellezza stasera con “L’uomo che comprò la luna”. Zucca e Cullin presenti
Alla proiezione del film, che tra gli sceneggiatori vanta nomi come quelli di Geppi Cucciari e Barbara Alberti, parteciperanno il regista Paolo Zucca e il protagonista del film Jacopo Cullin. A fare gli onori di casa sarà, come di consueto, il cantante arbataxino Marcello Murru.
Ha conquistato il pubblico, ha ottenuto due candidature ai Nastri d’Argento e ha incassato, In Italia al Box Office, più di 600mila euro. Stiamo parlando del film di Paolo Zucca “L’uomo che comprò la luna”, che stasera alle 21 chiuderà in bellezza la settima edizione di Cal’a Cinema, la rassegna di cinema indipendente che anche quest’anno, grazie al team organizzatore di Musika Surda, si è tenuta nella Cala Genovesi di Arbatax.
Alla proiezione del film, che tra gli sceneggiatori vanta nomi come quelli di Geppi Cucciari e Barbara Alberti, parteciperanno il regista Paolo Zucca e il protagonista del film Jacopo Cullin. A fare gli onori di casa sarà, come di consueto, il cantante arbataxino Marcello Murru.
IL FILM. Una coppia di agenti segreti italiani riceve una telefonata concitata dagli Stati Uniti: pare che qualcuno, in Sardegna, sia diventato proprietario della luna. Il che, dal punto di vista degli americani, è inaccettabile, visto che i primi a metterci piede, e a piantarci la bandiera nazionale, sono stati loro. I due agenti reclutano dunque un soldato ( Jacopo Cullin) che, dietro lo pseudonimo di Kevin Pinelli e un marcato accento milanese, nasconde un’identità sarda: si chiama infatti Gavino Zoccheddu e la Sardegna ce l’ha dentro. Per portarla in superficie i due agenti ingaggiano un formatore culturale sui generis (Benito Urgu) che, da emigrato nostalgico, trasforma Gavino in un archetipo del “vero maschio sardo”.
Una pellicola incredibilmente divertente che però alla fine con un velo di malinconia racconta anche della riappropriazione di un’identità geografica, proponendosi come un’ode a tutti i sardi che le radici se le tengono strette, così come si tengono stretto il diritto di sognare e quei “fondamentali” che privilegiano lealtà e rispetto.
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