E’ nata Bonnie Raye, la 21esima figlia della famiglia Radford. “Ci fermiamo qui”

La piccola Bonnie Raye è venuta al mondo lo scorso 6 novembre: niente di strano se non fosse che la piccola è la 21 genita della famiglia Radford, la più numerosa della Gran Bretagna. "Ci fermiamo qui", hanno assicurato mamma Sue, 43 anni, e papà Noel, 46, di Morecambe, in Lancashire. Lo avevano detto anche per Archie, il 20esimo, appena 1 anno: stavolta sarà quella definitiva?
La piccola Bonnie Raye è venuta al mondo lo scorso 6 novembre: niente di strano se non fosse che la piccola è la 21 genita della famiglia Radford, la più numerosa della Gran Bretagna. “Ci fermiamo qui”, hanno assicurato mamma Sue, 43 anni, e papà Noel, 46, di Morecambe, in Lancashire. Lo avevano detto anche per Archie, il 20esimo, appena 1 anno: stavolta sarà quella definitiva?
Come riporta TgCom, i genitori ripetono ad amici e parenti: “chiudiamo qui”. La coppia cerca di mantenere la famiglia dei record gestendo una panetteria.
Mamma Sue, dopo oltre 800 settimane trascorse nella sua vita con il pancione, lo ha ribadito pubblicamente anche al Sun: “Abbiamo entrambi deciso che non ne vogliamo più. Bonnie ha completato la nostra famiglia e posso liberarmi dei vestiti della maternità”. E papà Noel le fa eco: “Alcune persone decidono di fermarsi dopo due o tre bambini, noi lo facciamo dopo 21”.

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La Dea Madre di Turriga: la più bella effige del Mediterraneo, dissotterrata dall’aratro di un contadino

Questo esemplare risulta essere l’esemplare più grande e meglio conservato tra tutti quelli ritrovati nell’isola fino ad oggi: si presenta come una figura femminile in marmo alta 44 cm e larga 18 cm stilizzata, nuda e dai grossi seni prodotta probabilmente intorno al IV° secolo a.C.
La più grande divinità femminile della Sardegna prenuragica è la Dea Madre della anche Grande Madre o Mater Mediterranea.
Gli scavi archeologici in ambito funerario hanno riportato alla luce numerose riproduzioni di tale divinità. Si tratta di sculture di piccole dimensioni, lunghe mediamente tra i dieci e i quindici centimetri e rappresentate in maniera differente nei vari periodi storici: un esempio sono le statuette in stile geometrico cruciforme della zona di Ozieri. Gli studiosi ritengono che tali effigi rappresenti la Terra, genitrice di vita come il grembo di una madre, e luogo che dovrà accogliere le spoglie degli uomini dopo la morte.
La più celebre è la Dea Madre impropriamente definita di Senorbì, rinvenuta nei pressi di un villaggio nuragico in località Turriga al confine di tre comuni: Ortacesus, Selegas e Senorbì.
Questo esemplare risulta essere l’esemplare più grande e meglio conservato tra tutti quelli ritrovati nell’isola fino ad oggi: si presenta come una figura femminile in marmo alta 44 cm e larga 18 cm stilizzata, nuda e dai grossi seni prodotta probabilmente intorno al IV° secolo a.C.
L’esemplare è tuttora conservato nel Museo archeologico nazionale di Cagliari. La leggenda narra che fu dissotterrata nel lontano 1935 dall’aratro di un contadino che, non consapevole del valore del reperto, la utilizzò dapprima come piolo per fissare la catena del suo maiale ed in seguito la lasciò nelle mani dei propri figli che la abbandonarono su un muretto a secco che circondava la casa.
In seguito fu rinvenuta in tale luogo da un medico di Senorbì, Massimo Coraddu che la portò ad alcuni esperti che ritennero che si trattasse di uno dei migliori esemplari di tutta l’area mediterranea raffiguranti la sacralità femminile.

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