L’AES (Associazione Editori Sardi) rappresenterà l’editoria libraria sarda alla settantesima edizione della Frankfurter Buchmesse, il più importante evento internazionale di promozione del libro e di scambio dei diritti editoriali, che dal 10 al 14 ottobre richiamerà nel cuore della Germania più di 7100 espositori provenienti da oltre cento Paesi.

Sarà anche un importante confronto culturale, che per l’isola verrà suggellato dalla presenza dalla mostra “Marianne Sin-Pfältzer. Sardegna Paesaggi umani”, a cura di Ilisso, dedicata alla straordinaria fotografa tedesca che con i suoi scatti immortalò i mille volti di una Sardegna a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Il ruolo propositivo dell’Associazione editori sardi, sostenuta dalla Regione Autonoma della Sardegna, ha permesso di ottenere un importante spazio tra le Aree regionali per le sette case che hanno aderito all’iniziativa. Da Sassari partecipano Carlo Delfino e Mediando, da Cagliari La Zattera e Condaghes, da Nuoro Ilisso, Imago Multimedia e Il Maestrale.

L’area è appositamente dedicata alla promozione editoriale di quattro regioni. Oltre allo stand dell’isola saranno presenti quelli del Lazio, del Piemonte e del Veneto. Si tratta di un importante salto di qualità, arrivato grazie all’impegno gestionale dei vertici AES che, in questi mesi, hanno lavorato assiduamente in attiva collaborazione con l’AIE e con l’Istituto di Cultura di Berlino Est.

Nella scorsa edizione, gli editori sardi avevano presenziato all’interno dello stand collettivo italiano, il cosiddetto Spazio Italia, che quest’anno metterà insieme ben 133 editori in una superficie di 500 metri quadri. Gli espositori italiani saranno in totale 249.

Lo Spazio Italia sarà inaugurato il 10 ottobre alle 10.30 dal ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli, accompagnato dal presidente dell’AIE, Riccardo Franco Levi, con un ricordo in omaggio di Inge Feltrinelli. Subito dopo è attesa la presentazione del Rapporto sullo stato dell’editoria italiana 2018.

Articolo di Maria Lidia Contu. 

Antonio Aregoni nasce a Jerzu il 20 ottobre del 1960. Si appassiona all’arte fin da bambino quando, su proposta di una zia, crea il suo primo presepe dipinto nello scenario natalizio jerzese. Ad esso ne seguono tanti altri e ancor più belli e raffinati.

Ma la propria vocazione Antonio la deve ai propri insegnanti che si accorgono delle sue potenzialità e, con coraggio e tenacia inducono i propri genitori, agricoltori jerzesi, a far seguire al ragazzo un indirizzo artistico. Antonio prosegue infatti i propri studi presso l’Istituto d’Arte di Nuoro conseguendo il Diploma di maestro d’arte applicata. In seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti a Roma dove consegue la laurea in pittura a e scenografia. Sono anni “di bellezze, di contrasti, di rivoluzione per la libertà, per l’uguaglianza e per la fratellanza”.

In seguito inizia il suo percorso artistico – lavorativo che non si presenta di certo semplice, e dopo aver incontrato tante difficoltà, dopo aver viaggiato in tutta l’Europa, decide, con la moglie e i propri figli, di venire ad abitare in Sardegna, in Ogliastra, terra in cui vuole operare. “Avevo un intento ben preciso, omaggiare la mia contrada ogliastrina, terra fertile in tanti campi e settori dell’agire umano, nonostante le tante vicende storiche l’abbiano troppo spesso sacrificata e delusa nelle sue speranze. Nel 2009 presenta un grande progetto: “I miei 23 ritratti dei nostri 23 paesi d’Ogliastra”, divulgato editorialmente da Paolo Pillonca, con un libro catalogo, Pinturas e Poesias” Ad ogni ritratto viene associato un testo poetico, alla figura che egli rappresenta si accompagnano componenti di varia fattura, fra tradizione e innovazione. “Ne vien fuori un panorama inusuale, suggestivo e lontano dagli schemi.

Pur rimanendo un gioco, il dipinto può fornire lo spunto a qualche riflessione e ridar vita a ricordi sopiti in grado di ridestare sentimenti nobili e delicati”. Per Antonio Aregoni l’ambito artistico in Italia e in Sardegna andrebbe sempre valorizzato non solo da arte. “Arte è bellezza”dice. “Il fine delle nostre ricerche è rendere bello il nostro territorio con la bellezza. Il bello è lasciare un segno che parli di un’opera d’arte. Ognuno di noi è un’opera d’arte, tutto l’ambiente in cui viviamo è un’opera d’arte, anche l’Ogliastra lo è, anzi, forse è un capolavoro.”

Antonio Aregoni è un artista, creativo, poetico anche nel suo modo di scrivere, con un solo unico rammarico, fin da giovane, mentre studiava la storia dell’arte nessuno parlava mai della Sardegna, “della flotta Sardhana, padrona del Mediterraneo” relegata e dimenticata dai più. Ed è per questo che egli ha scelto di dipingere con passione e maestria la propria terra.. Attualmente Antonio Aregoni dal 1996 vive con la propria famiglia nella casa-studio sulla vallata del Pelau in agro di Cardedu e lavora come artista, pittore e muralista.