Addio a Philip Roth: gigante della letteratura contemporanea anche senza Nobel
Scrittore prolifico, con più di 25 opere all'attivo, il suo lavoro è considerato un'esplorazione profonda e critica dell'identità americana
E’ morto lo scrittore Philip Roth. Gigante della letteratura contemporanea americana, aveva 85 anni. Lo riferisce il New York Times. Roth, che viveva tra New York e il Connecticut, è deceduto per un’insufficienza cardiaca.
Philip Milton Roth era nato il 19 marzo 1933 a Newark, nel New Jersey, nipote di ebrei europei che facevano parte dell’ondata migratoria negli Stati Uniti del XIX secolo. Prolifico scrittore, ha vinto la maggior parte dei riconoscimenti letterari, a partire dal Premio Pulitzer nel 1998 per “Pastorale Americana”, uno delle sue opere più conosciute, ma nonostante sia stato più volte fatto il suo nome, non è mai stato insignito del Premio Nobel per la letteratura.
Scrittore prolifico, con più di 25 opere all’attivo, il suo lavoro è considerato un’esplorazione profonda e critica dell’identità americana. Sesso, religione, morale, i temi ricorrenti della sua produzione caratterizzata da uno stile crudo e realista e punteggiata da figure letterarie iconiche, da David Kepesh ad Alexander Portnoy. Le opere di Roth scavano principalmente nel mondo ebraico-americano, pur riuscendo a rappresentare mondi e messaggi universali che hanno non a caso fortemente influenzato la letteratura del secondo dopoguerra. Parlando proprio dell'”universalità” della sua scrittura, Roth amava ripetere infatti “Non scrivo in ebraico, scrivo in americano”.
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