Ogliastrini nel mondo. Pietro Barranu: da Baunei alla Germania, portando un po’ di Sardegna con sé

Ora si trova in una città vicino a Versailles, in prossimità di una grande foresta. Così ha sia la fortuna di essere a pochi chilometri da Parigi che quella di godere di tranquillità e serenità date da una zona calma e lontana dal traffico della capitale.
«Malgrado l’apparente origine latina dei due paesi,» racconta Luca «le mentalità sono molto diverse. Devo tristemente ammettere che in Francia la cultura del lavoro e la professionalità sono prese molto più in considerazione che da noi. Malgrado lo stress della grande metropoli e il traffico caotico, non vorrei vivere in altro posto al mondo. Parigi offre molte opportunità culturali, professionali e il livello medio delle scuole è elevatissimo.»
Due cose a cui però non sarà mai capace di abituarsi sono il clima e il traffico di Parigi. Mantiene vivo il legame con la nostra terra in vari modi. Seppur lontano, è sempre presente nella vita della nostra isola.
«Cerco in tutti i modi di mantenere i contatti con la mia terra e nel mio piccolo di dare un aiuto se posso. Il calcio è una grande passione che coltivavo sin da piccolo quando prendevo l’autobus da Lanusei la mattina presto per andare a vedere il Cagliari e ritornare in giornata. All’epoca ci volevano quattro ore per arrivare. Ora sostengo il Lanusei e mi precipito ogni domenica alla pagina 257 del Televideo per vedere i risultati. Però sostengo altre iniziative come adottare una pecora (che ho battezzato Velizy come la città dove vivo), per aiutare i pastori sardi, oppure sostengo iniziative di crowdfunding per sostenere giovani imprenditori ogliastrini a sviluppare un progetto. Alcuni che non cito si riconosceranno leggendo queste parole.»
La Sardegna gli manca moltissimo. Tra le cose che lo fanno pensare con nostalgia alle sue origini, il mare, il clima e la gentilezza mista a generosità dei nostri conterranei. «I miei migliori amici sono tutti in Sardegna,» aggiunge Luca «e cerco in tutti i modi di mantenere i contatti ai quali tengo tantissimo. C’è poi la mia famiglia, cugini e cugine che purtroppo vedo di rado.»
Il lavoro non gli permette di tornare in Sardegna quanto vorrebbe. «Da quando sono fuori apprezzo molto di più le bellezze della nostra terra. Cose che prima erano invisibili ai miei occhi, per abitudine, oggi mi sembrano straordinarie. Visito molti posti e mi piace farli scoprire alla mia famiglia e ai miei amici francesi che talvolta vengono con me. Però la mia passione è il mare e sopratutto quello della Torre di Barì.»
È lì che passa gran parte delle sue vacanze. Un po’ un amarcord di quando era bambino, anche allora trascorreva in quel bellissimo mare dalle acque cristalline le sue vacanze estive.
«Prima di tutto tengo a sottolineare che le qualità umane, professionali e la serietà di noi sardi nell’intraprendere un qualunque progetto sono riconosciute e apprezzate moltissimo fuori dalla nostra terra. Poi vorrei dire a coloro che decidessero di partire, di crederci, di dare tutto perché ogni sforzo sarà ricompensato. A Lanusei e in Ogliastra ci sono tanti talenti e non bisogna aver studiato ad Harvard o Oxford per riuscire. Con sacrificio, tenacia e serietà si possono raggiungere dei livelli inimmaginabili anche per persone come noi uscite da una cittadina dell’Ogliastra come Lanusei che nel suo piccolo trasmette dei valori che probabilmente non tutti possiedono.»
Un consiglio che sa di sacrificio, sì, ma anche di forza, di impegno, di competenza e di versatilità.