Una vita trascorsa tra la Toscana e l’Ogliastra,   studi nel campo della psicologia e un interesse vivissimo per la grafica, la spiritualità e la ricerca della “verità”.

Stiamo parlando di Eva Gismondi, 32enne tortoliese ( oggi di casa a Quartu Sant’Elena), che ha lanciato di recente sul mercato una linea di abbigliamento che si ispira, nelle forme e nei messaggi, a concetti cosmologici, sacri e spirituali. Ad affiancarla in questo progetto una società di grafica, piuttosto affermata sul territorio e online, la Mush.

L’idea alla base del lavoro di Eva è quella di «lasciare dei semi che stimolino l’evoluzione della coscienza e avvicinino le persone ad una dimensione spirituale. L’evoluzione della linea passa anche attraverso le tematiche del viaggio e della ricerca».

Canali di sviluppo del brand della giovane ogliastrina sono e saranno i social.

Una linea, la shakti_sacredbrand, che da subito ha mostrato il massimo rispetto dei materiali di produzione.  «Siamo convinti che l’industria tessile debba iniziare ad agire molto più responsabilmente – spiega Eva – Per questo per i nostri prodotti utilizziamo solo cotone biologico, lana, tencel, modal o poliestere riciclato. Utilizzando il cotone biologico si riduce drasticamente l’impiego di acqua e si favorisce la rotazione delle coltivazioni e la biodiversità. Non si fa uso di OGM: il risultato è un cotone più morbido, subito percepibile sulla pelle quando lo si indossa. Con gli altri tessuti, partecipiamo al processo di riciclo e alla tutela della natura».

Una linea che è lo specchio di ciò che anima la giovane tortoliese, dipendente dal contatto con la natura e dai viaggi e affascinata dalla spiritualità a tutto tondo. «Vivo in Sardegna, una terra che amo e che mi rigenera- racconta – ma viaggio molto spesso. La prima grande avventura l’ho vissuta a soli 17 anni, quando sono partita per l’India, dove di recente ho  conseguito il diploma per l’insegnamento dello yoga in più stili con un’attenzione particolare all’Ashtanga Yoga. Ripartirò a breve per implementare la formazione. Probabilmente devo a mia madre questa predisposizione nei confronti delle culture orientali. Lei pratica e insegna yoga da sempre ed è un’insegnante di filosofia».

Shakti rappresenta il potere del femminile,l’energia sensibile, istintuale, spirituale, la forza di vita generatrice.  È da intendersi in senso lato come l’energia che da vita e forma al mondo, l’impulso creativo, il potenziale che diverrà poi materia. La manifestazione del mondo che si materializza ancora prima del pensiero, l’energia che plasma il mondo.

L’idea del nome abbinato alla linea di abbigliamento  affonda le radici nel passato di Eva. «Ricordo di aver scelto il nome Shakti all’età di 13 anni per “firmare” i miei disegni. Lo scelsi come “nome d’arte”. Ricordo una ricerca accurata e una grande emozione nel conoscerne poi il potente significato. E’ un concetto a cui sono legata da tanto. Crescendo la consapevolezza e la comprensione poi sono ovviamente aumentati e le mie esperienze sono andate sempre più ad avvicinarsi ai concetti ad esso legati».

Nel mondo affascinante della filatelia, il Regno di Sardegna può vantare un primato che fa girare la testa agli appassionati di storia postale: qui, ben vent’anni prima dell’Inghilterra, si inventava qualcosa di rivoluzionario.

Era il 1819 e a Torino comparivano le prime “carte postali bollate”, disponibili nei tagli da 15, 25 e 50 centesimi. Come oggi con i francobolli, chi voleva spedire una lettera doveva pagare prima, assicurandosi che il messaggio raggiungesse la sua destinazione senza sorprese.

La primissima emissione era un esperimento audace: fogli azzurri con i tre valori, stampati su due tipi di carta – filigranata e semplice – venduti come “Carta Postale Bollata”. L’anno successivo, la posta sabauda alzò la posta in gioco con quella che viene oggi chiamata l’“Emissione Definitiva”: tre fogli, sempre con valori da 15, 25 e 50 centesimi, ma questa volta impressi a rilievo sulla carta filigranata, recanti l’inconfondibile dicitura “Regie Poste” e lo stemma dei Savoia. Niente inchiostro, solo eleganza e prestigio impressi nella carta stessa.

Questi antenati dei francobolli, noti tra i collezionisti come i mitici “Cavallini di Sardegna”, oggi sono veri e propri tesori: rari, ambiti e incredibilmente preziosi.