Ogliastrini nel mondo. Consuelo Mulas, la psicologa di Bari Sardo e il suo sogno parigino
Consuelo Mulas nasce a Bari Sardo trentatré anni fa. La sua prima esperienza all’estero risale a quando, fresca diciannovenne, va in Inghilterra, precisamente a Londra. «Non è mai stato un problema partire, mi sono sempre sentita stretta e ho sempre
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Consuelo Mulas nasce a Bari Sardo trentatré anni fa. La sua prima esperienza all’estero risale a quando, fresca diciannovenne, va in Inghilterra, precisamente a Londra.
«Non è mai stato un problema partire, mi sono sempre sentita stretta e ho sempre avuto delle grandi ambizioni. Benché non avessi ancora chiaro in mente il percorso, avevo una gran voglia di partire, di scoprire mondi nuovi».
È sempre stata curiosa, affascinata dal diverso. Dopo questa prima esperienza in Inghilterra, capisce che la sua strada è ampliare i suoi orizzonti, cambiare, viaggiare. Dopo la triennale a Cagliari, parte – vestita di una grande voglia di crescere professionalmente e personalmente – a Torino per la specialistica.
«La parentesi a Torino è stata bellissima, una bellissima esperienza. Mi sono comunque confrontata con una cultura diversa dalla mia, ho potuto vivere in ambienti multiculturali. Questo mi ha aperto gli orizzonti, ha cambiato la mia visione del mondo.» Il suo obiettivo diviene presto l’estero.
«Avevo sentito parlare molto bene della Francia. Mio papà è nato lì, benché non ci abbia mai vissuto. Ho iniziato a documentarmi. Stavo preparando la tesi di Master a Torino quando è uscito il bando della borsa di studio, allora ho fatto la domanda per iscrivermi all’Università in Francia. Mi sono fatta aiutare dalla mia professoressa di Psicologia, visto che io non conoscevo il francese.»
Va tutto bene, viene accettata e fa le valigie. Oltretutto, è reduce da una tesi di Master che tratta di violenza sulle donne in ambienti multiculturali, con uno sguardo su popolazioni madrelingua francese. Questa partenza sembra cucita addosso al suo percorso precedente.
«Avevo scelto una delle università più rinomate, mai avrei pensato che mi prendessero. Così è successo.»
Organizza tutto di corsa, tanto in fretta che quasi non ha il tempo di pensare a questo grande salto fatto. Si iscrive a un Master in formazione para medicale, in “Coordinazione dell’handicap neurologico”. Non è d’ordine psicologico, ma lo sente adatto a lei. Non dimentichiamo che, benché psicologa specializzata in psicologia criminale, Consuelo è da sempre affascinata dalla Neuropsicologia.
«A Torino avevo lavorato con persone con demenza a causa di Alzheimer o Parkinson. Quindi questo Master era compatibile con il mio bagaglio culturale e lavorativo.»
Inoltre, vede il futuro grigio in Italia. Lei vuole lavorare, fare del suo futuro un’opera d’arte. Inseguire i suoi sogni.
«I primi giorni ero spaventata, molto triste. Mi sentivo sola, sperduta in una città enorme, immensa. Mi sono subito iscritta a molti gruppi internet, lì ho conosciuto una ragazza che mi ha aiutata a trovare casa.»
La lingua rappresenta un grosso ostacolo. I primi giorni fatica a interagire con gli altri, non sa spiegarsi neppure nelle cose di tutti i giorni. Tutto questo la paralizza. Per fortuna, ha un carattere forte, è prorompente e coraggiosa. Le sfide le piacciono, la entusiasmano.
«Anche quando non so come fare, mi butto e cerco di cavarmela. Anche la discussione della tesi,» racconta la bariese, con tono divertito «è stata una tragedia. Ho discusso e ho fatto ridere la giuria per via del mio accento strano. Però poi – e questa è una cosa soddisfacente, che mi dà orgoglio – sono andata al Mc Donald in una delle stazioni più movimentate della città e ho chiesto lavoro. La lingua non mi ha fermato. Intanto, ho tentato nella mia strada. Ho mandato una candidatura come psicologa nel sud della Francia. Non mi aspettavo mi prendessero, invece sono stata scelta. Per me questo è stato un trampolino di lancio, una nuova sfida alla quale non mi sono sottratta. Quest’esperienza come psicologa in Francia mi ha aperto mille porte.»
Adesso è psicologa in due strutture medicalizzate e lavora con pazienti over 65 con vari tipi di demenza. Vive nel 14° arrondissement, che definisce «uno dei più belli, perché è vicino a Montparnasse».
«Adoro Parigi, mi piace veramente tanto svegliarmi nel week end e poter fare colazione in qualche pasticceria famosa parigina. Passeggiare vicino alla Senna in primavera è uno spettacolo. Poi, il Jardin du Luxembourg è meraviglioso. Amo questo di Parigi. Inoltre, mi piace che offra tante opportunità agli stranieri e la sua multiculturalità è strabiliante. Il diverso qui è apprezzato, non disprezzato.»
Una cosa che detesta è la mancanza di fiducia dei francesi. Anche trovare un appartamento è un’impresa, perché servono referenze da tutti i precedenti padroni di casa e stipendi altissimi.
«Noi italiani» dice «siamo generalmente più fiduciosi.»
La Sardegna manca, e tanto anche. Quando torna, fa il giro delle amiche, sparse per la Sardegna. Sta con la famiglia. Soprattutto, va al mare. Il mare le manca, ne parla con estrema malinconia.
«Il tempo è sempre troppo poco,» racconta Consuelo «anche perché sono almeno due anni che non prendo più di due settimane continuative di ferie. Comunque non mi sento mai sola, anche perché la mia famiglia viene spesso a trovarmi qui a Parigi. Mi spediscono spesso le cose buone della mia terra!»
Il consiglio per chi parte: «Esplorate nuovi orizzonti, andate verso il diverso, lo sconosciuto! Uscite dalla zona di comfort, solo così si impara dalla vita! Si apprende dal diverso, non da chi è uguale a noi.»
Pensa spesso al futuro. Lì non è faticoso trovare un contratto a tempo indeterminato. Questo la spaventa: non vorrebbe sentirsi forzata a restare. Però, dice, la situazione in Sardegna è grigia. Anche la figura dello psicologo è spesso sottovalutata.
«Se avessi avuto le stesse opportunità che ho qui, non sarei partita.»
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Questa prima esperienza fuori casa fu un successo, tanto che la giovane pensò di ripetere l’avventura, ma in una città dove poteva scoprire una nuova cultura e imparare la lingua inglese, così durante il quarto anno di superiori trascorre dieci mesi alla Longview High-School vicino a Dallas, in Texas; in questi mesi di permanenza negli States, la giovane non perde di vista i suoi obiettivi «grazie al confine con il Messico, ho imparato, attraverso quell’esperienza, anche un altro un po’ di spagnolo, ma volevo continuare a perfezionarlo!»
Nell’ottobre del 2017 finalmente inizia l’Università a Murcia «e’ stato un percorso molto lungo e per niente facile, ma non sono mai stata sola, durante questi anni ho conosciuto persone fantastiche e ho visitato posti stupendi. Ne è valsa sicuramente la pena e lo rifarei altre mille volte.» Irene condivide l’appartamento con altri tre studenti spagnoli «anche loro studiano fisioterapia e a casa si è creato sin da subito un bellissimo ambiente. Per me infatti è sempre un piacere tornare a casa a fine giornata, condividere la cena con loro o semplicemente chiacchierare per ore nel divano».