Trasporti, Pigliaru incontra i vertici Meridiana: “Deve mantenere la struttura principale ad Olbia”
«Meridiana deve rimanere una compagnia sarda e la scelta di mantenere la struttura principale e tutte le funzioni essenziali nella base di Olbia è per noi irrinunciabile. Insieme al Ministero abbiamo lavorato molto per arrivare alla conclusione positiva della vicenda:
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«Meridiana deve rimanere una compagnia sarda e la scelta di mantenere la struttura principale e tutte le funzioni essenziali nella base di Olbia è per noi irrinunciabile. Insieme al Ministero abbiamo lavorato molto per arrivare alla conclusione positiva della vicenda: così come abbiamo creduto con convinzione al salvataggio e al rilancio giocando un ruolo decisivo, oggi sosteniamo con altrettanta forza un progetto di crescita sul mercato europeo che resti saldamente ancorato alla Sardegna». Lo ha detto il presidente Francesco Pigliaru durante l’incontro si è svolto nella sala giunta del Consiglio regionale con i vertici della compagnia aerea, Marco Rigotti e Francesco Violante.
«Per la Regione sono prioritarie la tutela e la crescita dell’occupazione in una prospettiva di sviluppo sostenibile che veda la Sardegna e la città di Olbia luoghi centrali e strategici – ha aggiunto l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu -. Attendiamo adesso dalla compagnia un piano industriale in linea con queste aspettative».
All’incontro ha preso parte anche il sindaco della città gallurese Settimo Nizzi: “Anche il Comune di Olbia è impegnato con tutti gli strumenti di cui dispone ad accompagnare la crescita del vettore sul piano nazionale ed europeo e a creare tutte le condizioni necessarie per mantenerlo saldamente in città”.
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L’accordo perfetto: i Tenores di Orosei svelano in un video i segreti del canto ancestrale sardo

Quattro voci, nessuno strumento, un’unica anima sonora: ecco come prende vita questo incantesimo, ce lo spiegano in un video i Tenores di Orosei "Antoni Milia".
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Quattro voci, nessuno strumento, un’unica anima sonora. Il canto a tenore, patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO, non è solo musica: è un’architettura di suoni che nasce dalla terra e si fa respiro collettivo. A spiegare come prenda vita questo incantesimo è un video, pubblicato sui canali social dai Tenores di Orosei “Antoni Milia”. Le immagini mostrano con chiarezza didattica come ogni componente del gruppo — Tore Mula, Alessandro Contu, Ivan Sannai e Francesco Mula — ricopra un ruolo preciso e insostituibile, contribuendo a formare quell’accordo magico che definisce l’identità dell’isola.
Nel filmato, i cantori oroseini scompongono il meccanismo complesso del tenore per renderlo accessibile a tutti. Senza l’ausilio di alcuno strumento musicale, la polifonia si genera dall’incastro perfetto tra la voce solista e il coro, un equilibrio dove il singolo scompare per dar vita a un suono ancestrale. La clip non è solo una performance, ma un vero e proprio documento divulgativo che mostra la “meccanica” di una delle tradizioni vocali più antiche e originali del Mediterraneo.
La forza dei Tenores di Orosei affonda le radici in una cronologia familiare straordinaria. La storia del gruppo inizia idealmente nel 1638, quando Bacchisio Mula e Sebastiana Sale edificarono la Chiesa del Rosario a Orosei. Da allora, per dieci generazioni, la famiglia Mula ha custodito i canti sacri delle confraternite e quelli profani del repertorio locale. Questa eredità è giunta fino ad Angelo “Angheleddu” Mula, pilastro del canto liturgico scomparso nel 1985, che ha tramandato i segreti di questa vocalità al nipote Tore Mula, oggi voce solista e anima del gruppo, che a sua volta ha iniziato il figlio Francesco all’età di soli sei anni.
Ciò che rende i Tenores di Orosei unici nel panorama internazionale è la capacità di spaziare con estrema fedeltà tra due mondi: quello sacro, legato alle confraternite religiose con i canti in latino e sardo (come lo Stabat Mater e il Miserere), e quello profano del canto a tenore. Questa dualità ha permesso loro di mantenere un’interpretazione pura, quasi identica a quella antica, diventando i custodi viventi di un sapere ricevuto dagli anziani.
Nonostante il legame viscerale con le proprie radici, il gruppo ha saputo aprirsi a contaminazioni audaci, portando la voce della Sardegna a Parigi, Oslo, Praga e Budapest. Negli ultimi anni, la loro curiosità artistica li ha portati a collaborare con la jazzista Zoe Pia nel progetto “Indindara”, un viaggio sonoro tra arcaico e avanguardia, e con artisti del calibro di Moses Concas, Enzo Favata e i corsi A-filetta. Dalle esibizioni nei festival jazz più prestigiosi fino al suggestivo “Silent Concert” nelle Grotte di Nettuno, i Tenores di Orosei continuano a dimostrare che una tradizione, per restare viva, deve saper dialogare con il presente senza mai perdere il proprio respiro ancestrale.
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