Acqua sporca a Tortolì. La causa del disagio un allaccio abusivo?

Una domenica costellata dalle lamentele, quella appena trascorsa. A far insorgere residenti e turisti sono state le caratteristiche dell’acqua cosiddetta “potabile” che si è presentata ieri pomeriggio, in particolare nei rioni di Monte Attu e Santa Lucia, in terribili condizioni: sporca, oleosa
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Una domenica costellata dalle lamentele, quella appena trascorsa. A far insorgere residenti e turisti sono state le caratteristiche dell’acqua cosiddetta “potabile” che si è presentata ieri pomeriggio, in particolare nei rioni di Monte Attu e Santa Lucia, in terribili condizioni: sporca, oleosa e in alcuni casi anche maleodorante.
Quello di ieri è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che hanno visto sgorgare a Tortolì acqua torbida, assolutamente inutilizzabile. Sul web è scattata la polemica: decine gli scatti degli utenti del social network che denunciano la gravissima situazione. I più indignati, come è logico, i genitori, preoccupati per la salute dei propri bambini. Non ci sono ancora notizie ufficiali da parte del gestore idrico ma parrebbe che la causa dell’acqua sporca sia un allaccio abusivo collegato alla condotta gestita dal potabilizzatore di Monte Attu. Gli operai di Abbanoa stanno lavorando nel tentativo di far rientrare l’emergenza .

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Archeologia del presente, un dialogo tra arte e simboli al MAB di Bari Sardo. Un’esposizione da non perdere

Tra le opere esposte, spicca -OMU- OtreMadreUtero di Stefania Lai, realizzata in cemento armato, ferro e oggetti ospitati. L’opera prosegue la ricerca formale e concettuale dell’artista sulla casa come luogo e simbolo di dinamiche diverse.
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Ieri a Barisardo si è aperto il vernissage di “Archeologia del presente” al MAB. La collettiva presenta, oltre alle opere di Stefania Lai, artista di Lanusei, una selezione di lavori molto interessanti realizzati da artistə di età diverse, accomunatə da una vibrante originalità.
Tra le opere esposte, spicca -OMU- OtreMadreUtero di Stefania Lai, realizzata in cemento armato, ferro e oggetti ospitati. L’opera prosegue la ricerca formale e concettuale dell’artista sulla casa come luogo e simbolo di dinamiche diverse. In questo caso, i tre elementi si trovano all’interno dell’archetipo della Grande Madre, quel femminile in luce e ombra, di memoria junghiana, che abbraccia Eros e Thanatos. In mostra sono presenti anche tre piccole opere della serie #superficiabitate, intrecciate alle ricerche #casepane e #casepergliocchi.
L’incontro con le opere ha offerto occasione di dialogo, scambio e confronto sulle dinamiche dell’arte contemporanea, confermando l’importanza del MAB come spazio accogliente e fertile.
La curatela, a cura di Nicoletta Zonchello, Michela Melis e Carla Carta, valorizza la coesione e la forza espressiva della collettiva. La mostra resterà aperta fino a novembre inoltrato.

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