Il Lavatoio comunale di Ulassai è stato edificato tra il 1903 e il 1905 per volontà del sindaco Antonio Cannas, su progetto dell’ingegnere cagliaritano Ravot. Il lavatoio, caduto in disuso negli anni Settanta, è stato recuperato e arricchito da importanti installazioni artistiche dal 1982 al 1987. Anche il Lavatoio comunale di Orani è diventato nel tempo, come riporta Wikipedia, negli anni un importante Museo d’arte contemporanea.
Oggi il Lavatoio comunale di Ulassai è infatti tra gli edifici più significativi del “Museo a cielo aperto” del paese. Gli artisti che hanno trasformato la struttura in un’opera d’arte contemporanea sono stati Maria Lai, Costantino Nivola, Luigi Veronesi e Guido Strazza.
Analizziamo nello specifico i loro contributi artistici:
L’opera di Maria Lai è collocata nel soffitto della parte interna dell’edificio, è costituita da diverse corde che si intrecciano e si legano su dei tubi in ferro a formare un enorme telaio tradizionale, tra una corda e un’altra si intravedono le pareti del soffitto colorate di neri, grigi, rossi a dare ritmo e profondità all’intero impianto compositivo, inaspettati appaiono nella parte laterale anche dei tronchi d’albero legati l’un l’altro e incassati nel muro.
L’opera di Costantino Nivola, l’ultima della carriera dell’artista, è costituita da una serie di tubi di bronzo disposti a fila indiana sopra il muro intermedio delle vasche, ad ognuno dei tubi sono state applicate delle tegole di bronzo nelle quali scorre l’acqua e si riversa nelle vasche stesse. Lo scorrere lento dell’acqua genera delle melodie sonore tanto da far sembrare che l’acqua canti. L’artista volle, attraverso questa operazione, “accompagnare il canto dell’acqua con quello delle donne”.
L’opera di Luigi Veronesi, collocata nell’arco della fontana, è un mosaico di piccoli pezzi di granito,di marmo rosa,di marmo bianco, e sassi di mare a formare delle mezzelune colorate(movimento delle acque) in quarzite brasiliana e in marmo rosa del Portogallo, l’opera muraria risponde a pieno agli stilemi del suo percorso creativo per quanto riguarda le tele e le incisioni.I numerosi e vari pezzetti di pietra e marmo, sono stati “messi in opera” all’interno dell’arco uno per uno personalmente dall’artista MARIA LAI insieme ai mastri muratori di Ulassai.
L’opera con la pavimentazione del piazzale sono di Guido Strazza, entrambe sono dei mosaici di pianelle di marmo bianco, granito bianco e nero, ispirati alla delicata forma delle spighe di grano(in granito Nero Africa). La parte semicircolare in rilievo rappresenta il sole mentre le lunghe “semicurve” in granito nero che partono dal basso verso la parte alta dell’arco, rappresentano le spighe del grano.