Tortolì. Si cercano i responsabili dell’attentato al gommista
Gli inquirenti continuano ad indagare sul raid incendiario ai danni del gommista tortoliese. I carabinieri della compagnia di Lanusei e della stazione di Tortolì, guidati dal capitano Danilo Cimicata e dal maresciallo Marcello Cangelosi, proseguono con le indagini. Obiettivo quello di
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Gli inquirenti continuano ad indagare sul raid incendiario ai danni del gommista tortoliese.
I carabinieri della compagnia di Lanusei e della stazione di Tortolì, guidati dal capitano Danilo Cimicata e dal maresciallo Marcello Cangelosi, proseguono con le indagini. Obiettivo quello di individuare i responsabili del raid incendiario che venerdì ha distrutto 1200 pneumatici, una barca, quattro auto e un furgoncino in una rimessa di Via Generale Toxiri a Tortolì, gestita dal gommista Marco Piras, già finito nel mirino degli incendiari lo scorso anno. Fortunatamente nella notte di venerdì le telecamere hanno ripreso l’accaduto, mostrando un giovane incappucciato che sparge benzina e olio sulle gomme e che fa poi partire il rogo nel piazzale del gommista. Gli inquirenti sperano di risalire presto all’identità di questa persona.
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“Ho trasformato la mia passione in lavoro”: la storia di Beatrice Foddis, imprenditrice di Tertenia

Giovane, appassionata, imprenditrice: Beatrice Foddis, 27 anni, di Tertenia, racconta la sua Ogliastra attraverso il formaggio e il rispetto per la tradizione. Premio Oscar Green Agri-Influencer 2025!
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Tertenia è uno dei cuori della cosiddetta Blue Zone sarda, una delle cinque aree al mondo dove si registra la più alta concentrazione di centenari. È in questo contesto che Beatrice Foddis, 27 anni, ha scelto di costruire il proprio progetto imprenditoriale, partendo dall’azienda agricola di famiglia e trasformandola in un esempio di agricoltura al passo con i tempi.
«L’innovazione è fondamentale, ma non deve mai cancellare le nostre tradizioni», spiega Beatrice. Il suo lavoro nasce dal territorio e per il territorio. I pascoli naturali, arricchiti da lentischio, mirto e corbezzolo, conferiscono aromi unici al latte e alla carne, creando una materia prima di altissima qualità. Una parte del latte viene trasformata quotidianamente in formaggio, ancora oggi lavorato con il vecchio pentolone del nonno e con attrezzi in legno, secondo pratiche artigianali che Beatrice ha deciso di preservare pur integrandole con soluzioni innovative capaci di migliorare l’organizzazione del lavoro e ridurre i tempi di produzione.
Per lei, la cultura agropastorale non è solo un’attività economica ma un patrimonio identitario della Sardegna, da tutelare e allo stesso tempo da rendere accessibile anche ai turisti, sempre più interessati a esperienze autentiche legate al cibo e al territorio.
Il prodotto simbolo dell’Azienda Foddis è un caprino ottenuto da capre sarde allevate allo stato semibrado, alimentate esclusivamente al pascolo e lavorate a latte crudo, senza additivi. Un prodotto che sintetizza il modello produttivo dell’azienda: naturale, trasparente e legato all’ambiente.
Questo approccio le ha valso, nel novembre scorso, un importante riconoscimento nazionale: ha vinto l’Oscar Green di Coldiretti nella categoria Agri-Influencer, premio assegnato ai giovani capaci di raccontare e valorizzare il mondo agricolo attraverso i nuovi linguaggi digitali.
Accanto all’attività in azienda, Beatrice è anche delegata dei Giovani Coldiretti Nuoro-Ogliastra. Un ruolo che le ha permesso di entrare in contatto con altri giovani imprenditori agricoli del territorio, molti dei quali portano avanti attività tramandate da generazioni, puntando sulla qualità e sull’innovazione. Non a caso, la provincia di Nuoro-Ogliastra è oggi la prima in Italia per numero di giovani occupati nel settore agricolo.
La sostenibilità è uno dei pilastri della sua visione. Il pascolo brado, spiega, crea un equilibrio naturale tra animali e ambiente: i sentieri sono calpestati solo dal bestiame, il pascolo nutre gli animali e gli animali contribuiscono alla cura del territorio. Un modello che riflette una concezione dell’agricoltura come sistema vivo e interdipendente.
Le sue giornate non seguono orari fissi. Inizia presto e non sa mai quando finirà. «Odio la monotonia», racconta. Il lavoro è intenso, ma è anche una scelta di vita: «Ho trasformato la mia passione in lavoro e ho la possibilità di decidere il mio percorso».
Per il futuro, Beatrice Foddis guarda a un progetto preciso: la realizzazione di un piccolo caseificio, pensato per completare la filiera e dare ulteriore valore alla produzione aziendale. Un passo che rappresenta non un allontanamento, ma un ulteriore investimento in quel territorio che ha scelto di non lasciare e che continua a raccontare, ogni giorno, attraverso il suo lavoro.

Beatrice Foddis

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