Incendi in Sardegna

Boschi e pascoli distrutti dalle fiamme. Una scena che in Sardegna si ripete ogni anno e che lascia sul lastrico allevatori e contadini.

Questa volta è toccato in particolar modo agli abitanti di Laconi, Isili e Nurallao. Il bilancio si è rivelato tragico: il fuoco ha disboscato numerosissimi ettari di terreno destinati all’agricoltura e al pascolo del bestiame. Alla sventura che ha colpito intere comunità si è accompagnata anche una forte azione di solidarietà.

Tra chi ha teso subito la mano c’è anche il Comune Lanusei. L’amministrazione comunale guidata da Davide Ferreli è corsa ai ripari e coinvolto la popolazione. Sono bastati due appuntamenti nell’aula consiliare di via Roma per far emergere una prima concreta soluzione. Con il patrocinio dell’Ente foreste e il sostegno di alcuni vivai, si è deciso di mettere a dimora un gran numero di piante e alberi.

Nei luoghi distrutti dalle fiamme, dove ora c’è solo cenere e terra bruciata, verranno messe a dimora le essenze tipiche del luogo. I tempi si preannunciano rapidi: il progetto è ancora in fase di elaborazione ma in Comune sperano di metterlo in pratica già nei primi giorni del prossimo mese.

A Osini, tra boschi e corsi d’acqua poco battuti, si nascondono due piscine naturali capaci di far innamorare al primo sguardo: “Sa Piscina de’ Efigeddu” e “Su Caddargiu”. Luoghi così segreti da sembrare sospesi tra realtà e fantasia, dove il tempo sembra rallentare e il silenzio della natura avvolge ogni pensiero.

Su Caddargiu è un vero capolavoro della natura: circolare, profonda circa 4 metri e dall’acqua color smeraldo, è alimentata da un ruscello che le conferisce un continuo movimento. L’eccesso d’acqua di questa piscina, però, non rimane imprigionato qui: scivola giù formando Sa Piscina de’ Efigeddu, una gemma azzurra che sembra uscita da una cartolina, soprattutto nelle ore del mattino. I raggi del sole, filtrando tra le fronde degli alberi, trasformano l’acqua in un caleidoscopio di sfumature azzurre, rendendo ogni riflesso un piccolo miracolo visivo.

Raggiungere queste piscine non è impresa da poco: occorre attraversare un tratto di fiume con l’acqua che arriva all’altezza delle ginocchia, un piccolo “rito di passaggio” che rende l’immersione ancora più speciale. E come per tutti i tesori nascosti della Sardegna, la loro posizione esatta resta segreta, custodita per proteggerne l’incanto. Per chi desidera scoprirle in sicurezza, l’organizzazione “Alla Scoperta dei Tacchi” offre la guida giusta per vivere quest’esperienza unica senza rovinarne la magia.