La CTD Crew

Sono giovani e talentuosi. Nonostante ciò rimangono con i piedi ben saldi a terra. E’ difficile che passino inosservati. Stiamo parlando della C.T.D Crew, gruppo rap di Lotzorai. Quattro ragazzi che dal 2011 hanno iniziato a dar sfogo alla propria creatività attraverso la musica.

 Robertone (Roberto Arzu), Zapo (Mattia Sabatini), Fef O.Rey (Stefano Caddori), Zilù Boma-Yè (Marcello Murgia) a suon di rime pungenti raccontano le problematiche che affliggono un paese intero, nel quale i giovani sono i primi a pagare le conseguenze. C.T.D. (acronimo di Contratti Tempo Determinato), richiama già alcune delle tematiche che i ragazzi affrontano nei loro testi: la mancanza di lavoro in una provincia come l’Ogliastra, la precarietà dei giovani, i falsi miti. Ma non sono solo denunce le loro, sono anche canzoni propositive che guardano ad un futuro migliore.

 Quattro giovani che si sono fatti notare in diversi eventi musicali tra i quali l’Ogliastra Live Contest (concorso musicale di grande successo organizzato dall’associale culturale Milleidee) nel quale si sono rivelati la miglior band ogliastrina.

 Dalla Sardegna a Roma per registrare il primo disco. I numeri per farsi spazio nella scena musicale hip hop sarda e italiana li hanno e lo dimostrano con il loro primo Mix Tape che uscirà ufficialmente il 15 giugno. Dalla collaborazione tra Robertone, la C.T.D e la crew romana OcchiViola nasce il disco “Antimateria”. In anteprima da qualche settimana il singolo “Millerazioni di No!” che sta già riscuotendo un grande successo con migliaia di visualizzazioni on line.

La presentazione del disco Antimateria è prevista per sabato 15 giugno al bar Giardini a Lotzorai. Dalle 23 in poi la CTD si esibirà con le canzoni del nuovo disco. Un appuntamento da non perdere.

A Punta La Marmora (Perdas Crapías), la vetta più alta della Sardegna, le rocce affioranti raccontano una storia di oltre 300 milioni di anni, ma senza tracce fossili. Come spiega il paleontologo Daniel Zoboli, qui le rocce, note ai geologi come “Filladi Grigie del Gennagentu, hanno subito un intenso processo di metamorfismo che ha cancellato ogni possibile presenza di fossili.

Foto Daniel Zoboli

Il metamorfismo, dovuto ad alte pressioni e temperature durante l’Orogenesi Varisica, ha deformato le rocce, creando evidenti pieghe ductili, visibili nei blocchi affioranti. Il corrispettivo meno metamorfico di queste rocce sono le “Arenarie di San Vito”, affioranti nella Sardegna meridionale e risalenti al periodo Cambriano medio–Ordoviciano inferiore.

Queste formazioni raccontano non solo la storia geologica della Sardegna, ma anche le dinamiche tectoniche che hanno modellato le montagne e i paesaggi che oggi ammiriamo.