Domenica all’insegna delle emozioni. Cade il Tortolì di Virdis. Sconfitte dolorose per Cannonau e Villagrande. Brindano Castor, Triei e Cardedu. Il Girasole non sa più vincere. La Baunese in fuga.

Non riesce il miracolo al Tortolì in casa della capolista Serramanna. Sconfitta netta 3-0 per i tortoliesi privi di bomber Nieddu. A valanga il Lanusei di Francesco Loi che travolge il fanalino di coda Barisardo con un roboante 5 a 0(Palecentino,Soro,Baratelli e doppietta di Boi).

Giornata ricca di sorprese in prima categoria. La Castor di Bebo Lai (in settimana c’è stato l’esonero inaspettato di Guerriero) con un 2-0 all’inglese ha la meglio sul Villasimius di Peppe Perra. Partita combattuta che viene risolta dal solito Ladu e dal folletto Marongiu. I granata salgono a 50 punti in classifica, tallonati a -2 dal Monastir Kosmoto che batte con un secco 2-0 l’Orione, a cui non basta l’ottima prestazione di Gianni Pisano. La Kosmoto non molla e, complice un calendario favorevole, punta decisa alla vittoria del campionato trascinata dalle reti di Pistis, ancora a segno anche questa domenica. Rallentano Jerzu e Villagrande. Il Cannonau perde a San Vito contro la compagine del Sarrabus al termine di una partita spigolosa. Il Villagrande viene sconfitto in casa dal Triei (39 punti),  sempre più rivelazione del torneo. I ragazzi di mister Cucca vanno quasi subito in vantaggio su rigore con Macis. Il Villagrande riesce a pareggiare con il panzer Montagna che ribatte in rete una corta respinta di Faulisi. Nel secondo tempo al 65° minuto i villagrandesi rimangono in 10 per l’espulsione di Ferreli (pessima la gestione dei cartellini da parte del direttore di gara) e vengono beffati nel finale ancora da Macis,che solo in area fulmina Usai con un tiro sottomisura. Cannonau Jerzu e Villagrande rimangono appaiate al terzo posto a quota 44, avvicinate dal San Vito(41 punti) che si affaccia prepotentemente nella zona playoff.

Non va oltre il pareggio l’Idolo(39 punti) del rientrante Lancioni che,in una partita fortemente condizionata dal vento,impatta in uno 0-0 contro il Seui. Perde il Girasole a Quartu contro la Ferrini per 3-1,inutile l’ennesimo gol di Stefano Mameli,sempre più capocannoniere del girone. Vale oro la vittoria del Monserrato fuori casa contro il Pgs S.Paolo(1-3) che permette alla squadra di Enzo Lai di salire a 37 punti e quindi in una zona tranquilla della classifica. Il Cardedu di Giordano Sonis (assente per squalifica)batte per 4 a 0 la Johannes a Cagliari. Le reti sono state realizzate da Lorrai(2), Scattu e Melis.

Il girone B entra nelle ultime 5 giornate e la lotta per la vittoria finale,per playoff e playout si fa avvincente e incerta,con tante squadre in ballo. Unica certezza è la matematica retrocessione in seconda categoria della Johannes. Le posizioni playoff ,playout e la stessa vittoria del campionato(Castor e Monastir sonon separate solo da due punti) si decideranno nelle ultimissime giornate,in un campionato che anche nella giornata appena disputatasi ha dimostrato come l’equilibrio sia l’elemento dominante. Da seguire con attenzione nel prossimo turno Monserrato-Villagrande,Seui-Castor e Cardedu-Monastir e Triei-Idolo.

Nel girone C di seconda categoria,dominato dal duo Siddi-Escalaplano,torna alla vittoria il Loceri che vince a Perdas per 3 a 0,reti segnate da Pischeda,Gian Marco Deiana a da Matteo Arras. Ancora una vittoria per l’Osini(2-1 a Ulassai) e per il Tertenia dell’eterno Adriano Pani(2 a 0 a Mandas con doppietta di Lello Usai).

Nel girone E, sempre di seconda categoria, festeggia la Baunese. La capolista(49 punti) supera di misura 1-0  il Meana Sardo grazie all’ennesimo gol di capitan Murru. Nerazzurri che staccano la stessa squadra barbaricina(seconda a 45 punti) ora distante 4 punti. Il Lotzorai batte con lo stesso punteggio l’Arbatax di Giovanni Devigus. Basta un gol di Lobina per piegare la cenerentola del girone.

Quanti anni ha l’olivastro di Santa Maria Navarrese?

A pochi passi dalla chiesa della frazione marina di Baunei si trova un olivastro bellissimo. Sapete quanti anni ha?

Si tratta di un autentico monumento naturale che domina lo spazio con la stessa imponenza con cui attraversa il tempo. Questo straordinario albero, ritenuto da molti più che millenario e forse capace di superare i duemila anni, rappresenta uno dei più antichi e maestosi olivastri d’Europa e continua a raccontare storie di epoche distanti, vicende umane e tradizioni radicate nel territorio. Le sue caratteristiche colpiscono immediatamente: dieci metri di altezza, una circonferenza che raggiunge gli 8 metri e 40 centimetri misurati appena un metro e mezzo da terra e una struttura possente che cattura lo sguardo di chiunque passi accanto a questo gigante vegetale. Proprio tali dimensioni gli hanno garantito un posto d’onore tra gli alberi monumentali d’Italia, un riconoscimento ufficializzato nel gennaio 1994 quando la Regione Sardegna lo ha dichiarato Monumento naturale insieme agli altri olivastri che incorniciano la piazza ai piedi della chiesa. La sua presenza, però, non si limita a un semplice valore naturalistico: l’olivastro è un simbolo culturale e religioso, un elemento identitario per gli abitanti di Baunei. In passato i suoi frutti venivano utilizzati per produrre il prezioso olio santo, indispensabile per i riti sacri della comunità, e fino agli anni Cinquanta la sua ombra costituiva il centro nevralgico dei festeggiamenti dedicati all’Assunta, quando i macellai di Baunei posizionavano sotto le sue fronde il loro banco, mentre quelli di Lotzorai si sistemavano più distanti, rispettando antiche consuetudini condivise fra i due paesi. La storia dell’albero è segnata anche da momenti difficili, come il 10 febbraio 1968, giorno in cui un incendio doloso rischiò di distruggerlo. Nei pressi della fermata dell’autobus, vicino all’hotel Agugliastra, qualcuno si accorse che il tronco stava bruciando e l’allarme mobilitò immediatamente la comunità: decine di persone accorsero con secchi d’acqua riempiti alla fontana vicina e riuscirono a domare le fiamme prima che potessero compromettere irrimediabilmente questo gigante verde. Le cicatrici di quel rogo sono ancora visibili sul tronco, testimonianza di un passato difficile che non ha però compromesso la vitalità dell’albero. La scelta di far crescere olivastri nei pressi dei luoghi sacri appartiene a tradizioni antiche, quando gli alberi offrivano riparo ai fedeli e ai viaggiatori, e l’olivastro di Santa Maria Navarrese continua a incarnare questa unione profonda tra natura e spiritualità. Oggi questo albero non è soltanto un elemento del paesaggio costiero, ma una vera e propria memoria vivente della storia locale, un simbolo di resilienza che affonda le sue radici nella terra e nel passato delle generazioni che lo hanno custodito. Visitare l’olivastro millenario significa immergersi in una narrazione millenaria fatta di natura, cultura e tradizioni senza tempo, trovando in un solo sguardo il senso di continuità che lega il presente a un passato remoto.