Chiudere il punto nascita dell’ospedale? Lanusei non ci sta e manifesta
Ha spopolato negli ultimi giorni su Facebook lo scatto della fotografa Elisabetta Loi che ritrae una giovane donna in dolce attesa sul cui pancione, all’interno di un cartello di divieto, campeggia la scritta “Io voglio nascere qui”. L’immagine è stata
Ha spopolato negli ultimi giorni su Facebook lo scatto della fotografa Elisabetta Loi che ritrae una giovane donna in dolce attesa sul cui pancione, all’interno di un cartello di divieto, campeggia la scritta “Io voglio nascere qui”. L’immagine è stata prestata ad un’iniziativa che ha ( giustamente) scaldato gli animi e che si oppone con forza alla chiusura del reparto di ostetricia dell’ospedale di Lanusei, unico vero faro della sanità pubblica ogliastrina. Questa mattina si è tenuta a questo proposito una manifestazione che ha portato nella principale piazza lanuseina centinaia di persone: personale ospedaliero, bambini e ragazzi di ogni età, mamme preoccupate. Tra passeggini e pancioni anche i rappresentanti dei principali sindacati, pronti a dare battaglia. Dalla piazza, i manifestanti si sono riversati in Via Roma. Direzione: ospedale. Qui hanno incontrato il Sindaco di Lanusei Davide Ferreli, il manager della Asl Francesco Pintus e l’Assessore Regionale alla Sanità Simona De Francisci. E il dibattito si è acceso. Non vi è nulla di più battagliero di una madre che vede il diritto alla nascita del proprio bimbo ( in un luogo prossimo e sicuro) messo in discussione. Destinataria di queste agguerrite polemiche la De Francisci, che nonostante il reparto maternità dell’ospedale di Lanusei non raggiunga gli standard richiesti dal ministero ( 500 parti annuali), ha proposto ai manifestanti di rivolgersi a Roma, con proposte concrete e dati alla mano. I sindacati hanno ribattuto con decisione: se non ci saranno risposte positive, quella di stamattina sarà da considerare solo la prima di tante battaglie finalizzate a proteggere un punto nascita che non solo è indispensabile in Ogliastra ma che può anche vantare attrezzature e professionalità di altissimi livelli. Ricordiamo, ad esempio, che il reparto maternità di Nostra Signora della Mercede, è stato il primo dell’Isola ad essere accreditato per il prelievo del cordone ombelicale. Speriamo che la voce dei manifestanti non resti inascoltata e che presto tale reparto possa tirare un sospiro di sollievo: troppo spesso si cerca di far quadrare i conti a discapito della sicurezza dei cittadini. E non è accettabile.
Foto di Marianna Fanelli

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