Ultimo ciak all’ExMà di Cagliari, per le riprese del videoclip “La nostra traccia” degli Outcube di Tortolì, Il gruppo rock nato nel 2003, con la passione per la musica e il gusto per la sperimentazione che li porta a infrangere i confini fra generi e stili, spaziando dal rock piu’ intimistico al metal.

Sotto i riflettori Mauro Aragoni (voce e percussioni), Joseph Rigogliuso (chitarra), Elias Porcu (batteria) e Salvatore Scattu (basso). L a band ogliastrina si esibisce con “La nostra traccia” nello scenario apocalittico di una Sardegna post-atomica: immagini inquietanti e intensi primi piani, di riff e bacchette roteanti, sotto la regia di Luca Pervicale, affiancato da Davide Sardo (consulente musicale) e da Enrico Deidda Canelles. Con la partecipazione della chitarra guest di Emil Poul Hiernaux.

Una creazione firmata dal Collettivo di Shibuya dedicata al rock della giovane band degli “Outcube” di Tortolì, che con questa interessante canzone, “la nostra traccia”, rappresenta bene l’idea del rischio ambientale in un ipotetico futuro nucleare in Sardegna.

Nel videoclip con la canzone “La nostra traccia”, la band degli Outcube racconta storie di desertificazione della Sardegna, dei pericoli di nuove centrali nucleari. Sequenze musicali e effetti sonori che si alternano in una sucessione di emozioni , fra fantascienza e realtà.

In uno dei paesaggi piu’ suggestivi dell’Isola, le dune di Piscinas, una creatura dall’aspetto indefinibile, simile ad un Mamuthones post atomico , comparirà sulla scena del video come un’anticipazione di un futuro surreale. Una storia romanzata, tutta da scoprire, dove il protagonista che vive in simbiosi con le altre forme di vita superstiti, alla fine, si svelerà nella sua vera natura.

La sceneggiatura è del giovane regista Giacomo Costa che ha inserito nel cortometraggio elementi forti di degrado sociale e di luci eteree e contrastanti, dove la recitazione del gruppo e gli effetti vengono veicolati dalle immagini come al cinema.

Ancora pochi giorni per ultimare le riprese in esterno (entro novembre) , poi il montaggio e prima di Natale il video degli Outcube verrà presentato al pubblico. “Tante ore di lavoro, di prove per perfezionare la tecnica e le melodie, talvolta scaturite “per gioco”, spiegano Mauro e Giuseppe, fondatori e anima della band, che firmano gran parte delle canzoni, tra cui “La nostra traccia”, confluite nel primo album (Outcube), appena uscito per un’etichetta indie, la Label Ligure Wynona RecordsThisIsCoreMusic (e distribuito da Andromeda). Insieme ai brani in inglese (con la voce di Noor). Una tracklist eclettica che ha colpito favorevolmente la critica. A dicembre, oltre al videoclip realizzato da Shibuya, uscirà il cd in digipack edizione speciale con nuove canzoni in italiano.

Gli Outcube nascono a Tortolì nel 2003, una comune passione per la musica e il gusto per la sperimentazione li porta a infrangere i confini fra generi e stili, spaziando dal rock piu’ intimistico al metal. L’attuale frontline è composta da Mauro (voce), Giuseppe (chitarra), Badore (basso) Elias (batteria).

La Valle di Lanaitho si è tinta di rosso per tre giorni, diventando il fulcro di una delle esercitazioni speleologiche più articolate mai condotte in Sardegna. Dal 5 al 7 dicembre, 165 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) provenienti da undici regioni italiane – insieme a medici e infermieri specializzati nel soccorso in ambienti ostili – hanno trasformato la grotta Su Bentu in un laboratorio operativo di alta complessità.

L’esercitazione prevedeva il recupero di un escursionista ferito, rappresentato da un figurante, bloccato a oltre tremila metri dall’ingresso della cavità con presunti traumi al bacino e alla schiena. La squadra di primo intervento del Cnsas lo ha raggiunto nella Sala Giovanni Nonnis, avviando immediatamente la valutazione clinica e le manovre medicalizzate.

Foto di Salvatore Corrias

Nel frattempo all’esterno si allestiva il campo base, con il Centro di Coordinamento Mobile operativo giorno e notte. Una seconda squadra ha steso lungo tutto il percorso sotterraneo un doppino telefonico per mantenere il contatto continuo tra superficie e profondità, mentre altre unità installavano complessi sistemi di movimentazione su corda per superare strettoie, laghetti e pozzi verticali della grotta.

Uno dei punti centrali dell’esercitazione è stata la sperimentazione del sistema Ermes, la tecnologia del Cnsas che permette la trasmissione multimediale di dati dall’interno delle cavità. Grazie a questo sistema, le autorità presenti sabato hanno potuto seguire la diretta dei parametri vitali del ferito, il confronto tra i sanitari in grotta e la Centrale Operativa del 118 di Sassari, e persino la trasmissione in tempo reale di un’ecografia eseguita sottoterra.

L’intera operazione simulata si è conclusa dopo 44 ore, all’alba di oggi, con l’uscita della barella contenente l’infortunato. Una prova che ha confermato – come sottolineano dal Cnsas – l’elevato livello di preparazione e coordinamento raggiunto dalle squadre impegnate in scenari estremi.

Soddisfazione e apprezzamento sono arrivati anche dal parlamentare Salvatore Corrias, che ha seguito da vicino i lavori. “Gli operatori del Soccorso Alpino e Speleologico hanno trasformato la Valle di Lanaitho in un esempio straordinario di professionalità e dedizione”, ha dichiarato. “Questa esercitazione dimostra quanto sia avanzato il loro livello tecnico e quanto sia fondamentale garantire loro strumenti adeguati”.

Corrias ha poi ribadito la necessità di un intervento normativo regionale: “È evidente che il Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna debba essere valorizzato e potenziato. La nuova legge regionale, frutto dell’unificazione delle proposte 149 e 72, deve dare stabilità al sistema di soccorso organizzato. Parliamo di un servizio essenziale”, ha concluso, “sempre più necessario in un’isola in cui la fruizione dei territori cresce ogni anno. Dobbiamo mettere questi professionisti nelle migliori condizioni per salvare vite, in montagna come nel sottosuolo”.