La stagione turistica è ormai alle porte e il Comune di Lotzorai corre ai ripari. Il sindaco Antonello Rubiu, infatti, ha recentemente diramato un’ordinanza nella quale i cittadini sono gentilmente pregati di dare un bella sistemata ai propri terreni, liberandoli da sterpaglie e rifiuti.

Constatando le gravi condizioni di abbandono nelle quali versano molte aree del centro abitato e delle campagne circostanti, l’Amministrazione Comunale si è vista costretta a dare l’aut aut ai propri concittadini: entro e non oltre il 15 giugno, siepi ed erbacce, habitat ideali per la proliferazione di roditori, zecche e parassiti altamente nocivi per la salute di uomini e animali, dovranno scomparire dalla città. I lotzoraesi inoltre, dovranno prendersi cura dei propri animali domestici e collaborare per la prevenzione dell’abbandono dei rifiuti all’interno del centro abitato e per la lotta al randagismo.

Il tempo stringe e il prezzo da pagare per la”disobbedienza”dei cittadini, sarebbe davvero troppo alto per tutti. In caso di incendi, il cui rischio è già molto elevato durante la stagione secca, i danni provocati ai settori peculiari dell’economia della zona sarebbero irreparabili. Per questo motivo il Comune sarà molto severo nei confronti dei cittadini meno virtuosi e promette sanzioni amministrative che potrebbero arrivare fino a 10mila euro e oltre. In un periodo tanto critico per l’economia, siamo sicuri che i lotzoraesi opteranno per l’obbedienza. A giovarne non saranno solo le loro case e i loro giardini, ma anche (e soprattutto) il settore turistico, che durante l’estate contribuisce al benessere di molte famiglie del paese.

La Valle di Lanaitho si è tinta di rosso per tre giorni, diventando il fulcro di una delle esercitazioni speleologiche più articolate mai condotte in Sardegna. Dal 5 al 7 dicembre, 165 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) provenienti da undici regioni italiane – insieme a medici e infermieri specializzati nel soccorso in ambienti ostili – hanno trasformato la grotta Su Bentu in un laboratorio operativo di alta complessità.

L’esercitazione prevedeva il recupero di un escursionista ferito, rappresentato da un figurante, bloccato a oltre tremila metri dall’ingresso della cavità con presunti traumi al bacino e alla schiena. La squadra di primo intervento del Cnsas lo ha raggiunto nella Sala Giovanni Nonnis, avviando immediatamente la valutazione clinica e le manovre medicalizzate.

Foto di Salvatore Corrias

Nel frattempo all’esterno si allestiva il campo base, con il Centro di Coordinamento Mobile operativo giorno e notte. Una seconda squadra ha steso lungo tutto il percorso sotterraneo un doppino telefonico per mantenere il contatto continuo tra superficie e profondità, mentre altre unità installavano complessi sistemi di movimentazione su corda per superare strettoie, laghetti e pozzi verticali della grotta.

Uno dei punti centrali dell’esercitazione è stata la sperimentazione del sistema Ermes, la tecnologia del Cnsas che permette la trasmissione multimediale di dati dall’interno delle cavità. Grazie a questo sistema, le autorità presenti sabato hanno potuto seguire la diretta dei parametri vitali del ferito, il confronto tra i sanitari in grotta e la Centrale Operativa del 118 di Sassari, e persino la trasmissione in tempo reale di un’ecografia eseguita sottoterra.

L’intera operazione simulata si è conclusa dopo 44 ore, all’alba di oggi, con l’uscita della barella contenente l’infortunato. Una prova che ha confermato – come sottolineano dal Cnsas – l’elevato livello di preparazione e coordinamento raggiunto dalle squadre impegnate in scenari estremi.

Soddisfazione e apprezzamento sono arrivati anche dal parlamentare Salvatore Corrias, che ha seguito da vicino i lavori. “Gli operatori del Soccorso Alpino e Speleologico hanno trasformato la Valle di Lanaitho in un esempio straordinario di professionalità e dedizione”, ha dichiarato. “Questa esercitazione dimostra quanto sia avanzato il loro livello tecnico e quanto sia fondamentale garantire loro strumenti adeguati”.

Corrias ha poi ribadito la necessità di un intervento normativo regionale: “È evidente che il Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna debba essere valorizzato e potenziato. La nuova legge regionale, frutto dell’unificazione delle proposte 149 e 72, deve dare stabilità al sistema di soccorso organizzato. Parliamo di un servizio essenziale”, ha concluso, “sempre più necessario in un’isola in cui la fruizione dei territori cresce ogni anno. Dobbiamo mettere questi professionisti nelle migliori condizioni per salvare vite, in montagna come nel sottosuolo”.