Epilogo sconcertante quello della tanto attesa sfida Tortolì-Sant’Elena. I quartesi, impegnati nella difficile lotta contro lo spettro della retrocessione, non avrebbero proprio digerito la cocente sconfitta subita in seguito ai due goal messi a segno dalla squadra locale. A scaldare gli animi dei giocatori sconfitti, un mix esplosivo di frustrazione e adrenalina che li avrebbe portati ad accanirsi sulle strutture del campo sportivo comunale. A farne le spese, le porte e i bagni degli spogliatoi che danno un’immagine molto chiara e precisa della furia con la quale i quartesi hanno dato sfogo alla propria rabbia. Entrando negli spogliatoi pochi minuti dopo la partenza della squadra, gli addetti alle pulizie si sono trovati di fronte a uno spettacolo raccapricciante: porte fatte a pezzi, maniglie spezzate e decine di segni sulle pareti bianche. A rendere la situazione ancora più vergognosa, le condizioni del pavimento, invaso da escrementi e rifiuti di ogni tipo.

Un grave atto di inciviltà che dovrebbe far riflettere e che spinge il Presidente del Tortolì Calcio Pierpaolo Cualbu, a domandarsi le motivazioni di un gesto del genere. “Mi chiedo come sia possibile che una sconfitta porti a fenomeni di questo tipo. I quartesi sostengono di aver trovato gli spogliatoi in quelle condizioni al loro arrivo, ma mentono. Il Comune, infatti, si è sempre preso cura del Campo sportivo con interventi di manutenzione e pulizie. Prima che arrivassero era tutto pulitissimo e in ordine” ci racconta Cualbu.

Intanto, anche l’Assessore ai lavori pubblici Angelo Stochino, ha annunciato di voler prendere provvedimenti e la FIGC, messa al corrente di questo gravissimo atto, renderà note al più presto le proprie intenzioni nei confronti del Sant’Elena. In attesa che la verità venga a galla e nella speranza che non si ripetano più atti così vergognosi, facciamo tanti auguri alla squadra del Tortolì per la sua vittoria.

Foto di Claudia Pilia

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Questa mattina, alla Torre di San Miguel, Rosalba Castelli ha incontrato i ragazzi delle scuole medie di Arbatax, insieme all’assessora del Comune di Tortolì, Irene Murru, e alla madre delle piccole Daniela e Carlotta Locci, Pinuccia Lai.

L’attivista torinese ha intrapreso un percorso in solitaria per parlare della violenza di genere in tutta la Sardegna.

«Ogni volta che vi vedo, dentro di me si accende una speranza che cresce man mano che riconosco la vostra attenzione e sensibilità verso questi temi» – ha raccontato Castelli ai giovanissimi alunni – «la nostra società ha ancora un percorso lungo, gigantesco, da compiere. L’amore si fonda sul rispetto, e quando accadono cose che lo negano dobbiamo avere la forza di dire no: non le vogliamo, non le accettiamo».

Rosalba Castelli ha esortato tutti a fare la propria parte, mettendo il cuore in ciò che si dice e in ciò che si fa.

Il pensiero, però, è volato alle due piccole sorelline morte tragicamente nel 2002: «In questa città, due bimbe hanno vissuto, ma non hanno potuto diventare grandi. Carlotta e Daniela ci chiedono, con la loro memoria, di volerci bene, di amare forte ma non con forza. La nostra responsabilità è ricordare per cambiare».

La Cooperativa Tessile Su Marmuri ha donato alla madre delle due sorelline un nastro con i loro nomi, che, in un momento toccante, è stato appeso alla Torre di San Miguel.

pH Alessandra Useli

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