Rocce Rosse, teatro naturale di Arbatax, da anni palcoscenico di importanti eventi nazionali e internazionali. Con le sue bellissime pietre in porfido rosso, in estate è meta di turisti e visitatori che qui si ritrovano per i concerti, ma anche perché il piazzale è sede di una famosa discoteca locale. Tutto grazie allo spettacolare e naturale palcoscenico in riva al mare, in grado di dare alle serate canore uno fascino speciale.

Attrattiva per molti, turisti e curiosi, che desiderano ammirare il paesaggio, prevalentemente nei caldi mesi estivi. In inverno le affluenze calano. Qualche turista si sofferma per fare le fotografie, per sentire la brezza del mare , o per godersi il panorama. Un panorama stupendo anche quando il mare è un po’ agitato, con le onde che si infrangono sugli scogli e rendono ancora più affascinante lo spettacolo.

Ma come valorizzare tutto ciò? Tante le idee, tante le possibilità, visto che si tratta di un’ampia area in grado di accogliere numerose persone. Innanzitutto, un primo passo sarebbe quello di attrezzare la piazza con qualche “accessorio” in più, qualche panchina e dei gazebo, soprattutto nelle aree adiacenti il mare. Per le serate autunnali e primaverili si potrebbero organizzare manifestazioni teatrali: valorizzando lo scenario naturale, col gruppo teatrale di Tortolì. Le associazioni potrebbero usufruire del teatro naturale all’aperto con le loro attività, coivolgendo i giovani e promuovendo mostre di pittura, scultura, artigianato. “Rocce Rosse” parco naturale polivalente, fruibile dalle associazioni sportive, sociali e culturali, con manifestazioni che possano essere di richiamo per i turisti e per tutta l’Ogliastra.

Con un po’ di cura e qualche ritocco il piazzale si offrirebbe ad attività di vario tipo, per grandi e piccini. Per gli appassionati del mare con gare di canottaggio, di vela, surf e windsurf. Le domeniche mattina, accompagnati da un bel sole, sarebbe bello ritrovarsi e poter trascorrere qualche ora di divertimento e di sport. Ma come mai l’area non è mai stata utilizzata per le sagre? Ad Arbatax sono tantissimi i pescatori e di sicuro attirerebbe molti turisti una festa dedicata ai sapori del mare. Perchè non valorizzare i prodotti gastronomici dell’Ogliastra, i formaggi, i vini, l’olio, i funghi, l’artigianato. In Ogliastra, feste paesane e sagre abbondano nei mesi estivi, mentre i fine settimana invernali, invece, sono spesso monotoni e privi di iniziative. Perchè non utilizzare le nostre bellezze naturali e la qualità dei nostri prodotti come richiamo turistico tutto l’anno?

Foto di: Alessandro Pigliacampo

Nella splendida cornice della Palazzina Liberty di Seui, oggi – in occasione dell’evento “Pastoris” – si è tenuta la presentazione del libro fotografico “Transumanza”, firmato dai fotografi ogliastrini Fabrizio e Anna Piroddi, marito e moglie, da anni impegnati anche nella documentazione del mondo pastorale della Sardegna. L’incontro si è svolto all’interno della sala che ospita anche l’omonima mostra fotografica, che sarà visitabile fino al 30 giugno. 

«Siamo felici di essere stati ospiti degli amici dei Musei di Seui  e della cooperativa S’Eremigu con la nostra mostra e il nostro libro», hanno commentato i due autori. «Ringraziamo il Comune di Seui e la Pro Loco per averci inserito nel programma di Pastoris.»

Uno degli scatti di “Transumanza” di Anna e Fabrizio Piroddi

La mostra e il volume raccolgono una serie di scatti realizzati nel 2020, in piena emergenza sanitaria, e raccontano la tramuda – la transumanza in lingua sarda – come si svolge ancora oggi in alcune aree montane del Gennargentu, tra cui Arzana e Villagrande. In particolare, i Piroddi hanno seguito il giovane pastore arzanese Vincenzo durante il suo spostamento stagionale con il gregge, un tempo accompagnato da altri pastori e turisti curiosi, e in quel momento, invece, vissuto in solitudine e in silenzio. Un cammino, il loro, rotto solo dal suono dei campanacci e dal belare delle pecore.

Una tradizione millenaria che l’allevamento intensivo ha cancellato in gran parte dell’isola, ma che sopravvive con tenacia in queste terre alte, e che nemmeno il Covid-19 è riuscito a interrompere, così come testimoniato da questo bel progetto fotografico.

Le fotografie esposte – intense, poetiche, essenziali – restituiscono tutta la forza di una ritualità antica, testimoniando la resilienza di un mondo che continua a camminare, passo dopo passo, nel cuore della Sardegna più autentica.

Il lavoro di fotografi come Fabrizio e Anna Piroddi è fondamentale: attraverso il loro sguardo attento e rispettoso, contribuiscono a tenere viva la memoria delle tradizioni sarde e, con essa, la nostra identità culturale. Un impegno prezioso, che si traduce in immagini capaci di parlare al presente e al futuro.

Uno degli scatti di “Transumanza” di Anna e Fabrizio Piroddi

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