Il Mistero dello Scoglio di Rovigliano: la leggenda dimenticata del Golfo di Napoli

Un angolo nascosto del golfo che custodisce storie millenarie, dalle origini mitiche alla tragica leggenda di Donna Fulgida
Nel cuore del Golfo di Napoli, tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, si erge lo scoglio di Rovigliano, un isolotto che fu teatro di vicende storiche che ha originato affascinanti leggende locali. Poco conosciuto rispetto alle sue celebri sorelle, Capri e Ischia, questo angolo di mare custodisce racconti che si tramandano da secoli.
La sua origine, secondo la mitologia, è legata a un episodio eroico di Ercole. Al ritorno da una delle sue fatiche, il leggendario eroe avrebbe staccato la cima del Monte Faito, lanciandola nel golfo e dando vita a quello che è conosciuto come Petra Herculis. Sebbene l’isolotto non abbia un’origine vulcanica, ma sedimentaria, la composizione delle sue rocce simili a quelle dei Monti Lattari ha alimentato nel tempo questa leggenda mitica.
Non meno intrigante è la storia del nome: inizialmente conosciuto come Rubellanium, il piccolo scoglio viene menzionato per la prima volta dal Papa Innocenzo III come confine tra le diocesi di Napoli e Nola. Alcuni studiosi ipotizzano che il nome derivi da una famiglia romana o dal console Rubelio, proprietario dell’isolotto.
Nel corso dei secoli, Rovigliano ha assunto diverse funzioni: da residenza privata a monastero, fino a diventare una fortezza difensiva contro le incursioni saracene nel 1500. I resti di una torre di avvistamento costruita in quell’epoca sono ancora oggi visibili. Dopo l’Unità d’Italia, l’isolotto passò al demanio e fu successivamente venduto a privati. Oggi, rimane un piccolo scrigno di storia e mistero nel golfo.
Tuttavia, la vera magia di Rovigliano risiede nella leggenda di Donna Fulgida, una figura che incarna la tragica bellezza di questo luogo. Nel IX secolo, i Longobardi si insediarono a Rovigliano, e la moglie del conte Orso, Fulgida, divenne una presenza indimenticabile. Quando i Saraceni attaccarono, la difesa del conte crollò e, dopo aver perso la vita, la stessa Fulgida rimase vittima di un colpo mortale. La leggenda narra che, risvegliandosi in un campo di morte, vagò come spettro sull’isola, alla ricerca di marito e figlio, accompagnata dalla danza dei gabbiani. Una presenza che, secondo la tradizione popolare, ancora oggi infesta le pietre di Rovigliano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA