Femminelli e Juta: Napoli, un’antica roccaforte di inclusività e diversità di genere

Dall'antica tradizione dei femminielli alla moderna "juta" a Montevergine, Napoli ha da sempre celebrato la libertà di espressione sessuale e identitaria, ben prima che il tema diventasse un dibattito globale.
Napoli è una città che, nel corso dei secoli, ha visto nascere tradizioni popolari straordinarie, alcune delle quali raccontano di una sorprendente apertura verso la diversità di genere e le identità sessuali. Una delle tradizioni più emblematiche è quella dei femminielli, che da sempre incarnano una figura che sfida le rigide convenzioni di genere. I femminielli sono uomini che, pur appartenendo al sesso maschile, si identificano in un’espressione femminile di sé, sia nel modo di vestire che nel comportamento. Questi individui, spesso visti come una sorta di “terzo genere”, sono da sempre stati parte integrante della cultura napoletana, accettati e, anzi, spesso ricoprono ruoli di rilevanza sociale e culturale nella comunità.
La tradizione dei femminielli è strettamente legata alla “juta” a Montevergine, un pellegrinaggio annuale che si svolge verso il Santuario di Montevergine, situato tra i monti dell’Irpinia. La juta è una delle più antiche manifestazioni di devozione popolare a Napoli, ed è particolarmente nota per il fatto che ogni anno una folta rappresentanza di femminielli partecipa al rito, esibendo orgogliosamente la loro identità di genere fluida. Durante questo pellegrinaggio, i femminielli non solo rendono omaggio alla Madonna di Montevergine, ma celebrano anche la propria unicità e libertà di espressione. La processione è spesso un momento di festa, un tripudio di colori e di suoni, in cui la diversità di genere non è soltanto tollerata, ma celebrata.
In questo contesto, la città di Napoli, con la sua tradizione popolare, ha mostrato una grande apertura nei confronti delle diversità sessuali e di genere, molto prima che la società occidentale iniziasse a discutere questi temi in termini di diritti civili e libertà individuali. La cultura napoletana, infatti, è da sempre caratterizzata da una visione fluida e inclusiva della sessualità, che ha permesso a tutte le identità di convivere armoniosamente, senza che nessuna fosse relegata ai margini della società.
Il fenomeno dei femminielli e della juta a Montevergine rappresentano, dunque, non solo un rito religioso, ma un simbolo di una tradizione napoletana che, nella sua complessità, ha da sempre abbracciato la pluralità dei generi e delle identità sessuali, rendendo Napoli una città all’avanguardia in tema di inclusività ben prima che il dibattito sulla diversità sessuale diventasse “moderno”. In un mondo che spesso fa fatica a comprendere e accettare la fluidità dei generi, Napoli, con la sua storia, continua a rimanere un faro di apertura e accoglienza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA