L’antico orologio di Sant’Eligio a Napoli: un mistero a una sola lancetta

A Napoli nulla è mai come sembra, e l’orologio della chiesa di Sant’Eligio Maggiore, la più antica chiesa gotica della città, ne è un esempio emblematico. Incastonato tra i vicoli adiacenti la storica Piazza Mercato, a due passi dal porto, questo antico segnatempo a una sola lancetta è una sorta custode di storie e misteri, che riportano il visitatore a un’epoca lontana e a eventi drammatici.
A Napoli nulla è mai come sembra, e l’orologio della chiesa di Sant’Eligio Maggiore, la più antica chiesa gotica della città, ne è un esempio emblematico. Incastonato tra i vicoli adiacenti la storica Piazza Mercato, a due passi dal porto, questo antico segnatempo a una sola lancetta è una sorta custode di storie e misteri, che riportano il visitatore a un’epoca lontana e a eventi drammatici.
Costruita nel 1270, la chiesa di Sant’Eligio ha visto secoli di storia passare attraverso Piazza Mercato, assistendo a rivolte, prigionie e, purtroppo, anche alle ultime ore di numerosi condannati a morte, tra i quali spicca il nome di Tommaso Aniello, passato alla storia come Masaniello. Tra questi antichi marmi gotici e i portoni decorati, troviamo un arco a due piani eretto nel Quattrocento che collega la chiesa a un edificio adiacente, e proprio qui, sulla sua facciata, è collocato l’orologio a una sola lancetta. Un dettaglio che oggi ci incuriosisce, ma che un tempo aveva una funzione pratica: indicava l’ora senza badare ai minuti, in un’epoca in cui il concetto di tempo era decisamente meno frenetico rispetto al nostro.
Ma ciò che rende davvero singolare questo orologio è il drammatico evento che lo ha segnato per sempre: il 28 marzo 1943, la nave Caterina Costa esplose nel porto di Napoli, con una detonazione così potente da danneggiare gravemente la città e l’orologio stesso. Alle 15:00, una scheggia di metallo raggiunse il meccanismo, bloccando per sempre la lancetta su quell’ora fatale. Per decenni l’orologio rimase fermo su quell’orario, come una ferita aperta e un monito silenzioso, fino a quando fu restaurato nel 1993. Ma il suo destino era quello di sfoggiare un’unica lancetta, peraltro ferma sulla prima ora dopo le 12. E’ con questo aspetto, infatti, che appare oggi, come abbiamo potuto personalmente osservare.
Ma pur monco di una lancetta, l’orologio di Sant’Eligio continua a segnare un tempo che sembra sospeso e che ancora oggi ci affascina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA