Metro dell’arte: i tanti tesori della stazione museo, una delle prime ad essere aperta
La stazione Museo a Napoli fu tra le prime a essere inaugurata, nel 2001. Allora grandissimo fu l’entusiasmo per un progetto che era chiaramente rivoluzionario e all’avanguardia. Oggi la Metro dell’arte si è arricchita di molte altre fermate, ma torniamo nei sotterranei di questa prima e rimarremo colpiti dalla qualità delle opere d’arte che essa custodisce.
Metro dell’arte: i tanti tesori della stazione museo, una delle prime ad essere aperta.
La stazione Museo a Napoli fu tra le prime a essere inaugurata, nel 2001. Allora grandissimo fu l’entusiasmo per un progetto che era chiaramente rivoluzionario e all’avanguardia. Oggi la Metro dell’arte si è arricchita di molte altre fermate, ma torniamo nei sotterranei di questa prima e rimarremo colpiti dalla qualità delle opere d’arte che essa custodisce.
Continua il nostro lungo tour alla scoperta della Metro dell’arte. Tra le prime ad essere inaugurata, la stazione Museo della Metropolitana di Napoli è tra le più grandi e ricche di opere d’arte dell’intero circuito ferroviario metropolitano ideato dal critico d’arte Achille Bonito Oliva. Costruita su progetto dell’architetto Gae Aulenti e inaugurata nell’aprile 2001, la stazione presenta degli ambienti in intonaco rosso e pietra vesuviana che raccordano i diversi livelli delle strade, richiamando, nei materiali e nei colori l’edificio del vicino Museo Archeologico Nazionale.
L’atrio della stazione ospita un calco in vetroresina, realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, dell’Ercole Farnese, mentre nel vano di ingresso secondario, è collocato un calco in bronzo della monumentale Testa di cavallo detta “Carafa”.
Percorrendo i corridoi in direzione del Museo Archeologico Nazionale, molto evocative sono le fotografie in bianco e nero di Mimmo Jodice che anticipano il viaggio nel mondo antico con Anamnesi e con le serie degli Atleti e delle Danzatrici, opere in cui l’artista napoletano si confronta con le celebri sculture provenienti dalla Villa dei Papiri di Ercolano e conservate nel vicino museo.
Nell’ingresso superiore è collocata la riproduzione in bronzo del Laocoonte, che la fonderia Storica Chiurazzi ha realizzato dall’antico calco in gesso conservato nella Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Alle spalle della scultura le grandi fotografie in bianco e nero di Mimmo Jodice ne riprendono, ingigantendoli, alcuni significativi dettagli e offrono nuove suggestioni alla lettura dell’opera. Il corridoio di collegamento con il Museo Archeologico Nazionale ospita “Stazione Neapolis”, l’esposizione didattica dei reperti archeologici rinvenuti nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione della Linea 1, in particolare delle stazioni Municipio, Toledo, Università e Duomo. Le testimonianze archeologiche appartengono a due insediamenti: Partenope, fondata da coloni cumani sulla rocca di Pizzofalcone intorno alla metà del VII secolo a.C., e Neapolis, eretta fra via Foria e il corso Umberto tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C..
Il corridoio che collega la stazione Museo alla stazione Cavour della Linea 2 ospita una selezione di opere di quattro artisti: Luciano D’Alessandro è presente con nove opere che testimoniano alcuni tra i momenti più significativi del suo lungo percorso di giornalista fotografo, caratterizzato da una costante attenzione verso la condizione dell’uomo, da Venditore di uccellini di carta, del ’53, a Cimitero dello sbarco in Normandia, Saint Laurent del ’94. Procedendo lungo il corridoio, troviamo India ’70 di Fabio Donato, una serie di scatti realizzati durante un viaggio giovanile in India. Del fotografo napoletano sono esposte anche tre opere che testimoniano il suo stretto legame con l’arte e il teatro napoletani: Fate Presto, con il gallerista Lucio Amelio davanti alla celebre opera di Andy Warhol, Eduardo e Masaniello, in cui è colto un momento di una storica rappresentazione teatrale del 1976 con Mariano Rigillo protagonista.
I Polittici di Antonio Biasucci raccolgono in un’unica composizione più scatti fotografici in cui l’artista ci invita a uno sguardo ravvicinato delle cose, come per riscoprirne una realtà più vera, un discorso più autentico.
Alla fine del percorso che conduce alla Linea 2 sono installate le fotografie di Raffaela Mariniello, dalle quali emerge l’immagine di una periferia silenziosa e immobile. Giostra dismessa, Sulla spiaggia, Cassettiera e Infissi.
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