Non solo Gomorra, Scampia è ora anche università e sapere: al via la la nuova sede della Federico II
Scampia, terra di camorra, piazza di spaccio, le Vele e il disagio sociale. Ora però si apre un capitolo nuovo e il territorio mira a demolire gli stereotipi. Stamane ha inaugurato la nuova sede della Federico II. Un Progetto ambizioso, una boccata d’ossigeno per una periferia ricca di risorse e vogliosa di raccontare una storia nuova. Eccovene un assaggio.
Non solo Gomorra, Scampia è ora anche università e sapere: al via la la nuova sede della Federico II.
Scampia, terra di camorra, piazza di spaccio, le Vele e il disagio sociale. Ora però si apre un capitolo nuovo e il territorio mira a demolire gli stereotipi. Stamane ha inaugurato la nuova sede della Federico II. Un Progetto ambizioso, una boccata d’ossigeno per una periferia ricca di risorse e vogliosa di raccontare una storia nuova. Eccovene un assaggio.
Finalmente ci siamo: a Scampia apre oggi i battenti una nuova sede dell’Università Federico II, dopo 15 anni di lavori, ostacoli infiniti, polemiche, e promesse. Inutile dire come la disagiata, e tristemente famosa zona di periferia “grazie” alle Vele e alla criminalità e allo spaccio di droga, fardelli ingombranti e difficili di cui sbarazzarsi, sia in piena fibrillazione. L’ambizione di costruire un futuro che guardi molto oltre gli abusati stereotipi di Gomorra è forte e comprensibile. La nuova sede della Federico II si trova in Viale della Resistenza e ospiterà i corsi di laurea delle Professioni Sanitarie e proprio oggi prenderanno il via i corsi per un centinaio di matricole. L’edificio è stato progettato da Vittorio Gregotti che ha voluto il grande atrio, sul modello della piazza coperta, dal tetto trasparente, che è il cuore del cilindro di sette piani dove gli studenti seguiranno i corsi e sosterranno gli esami. Con sul capo un cielo di vetro, gli studenti vivranno questo spazio comune, da dove partono i percorsi per i cinque piani fuori terra e per i due piani interrati. Al centro dell’agorà sarà piantato un albero, probabilmente un ulivo.
Tutt’attorno alla “Piazza coperta” mura bianche, massicce ma rese leggere e dinamiche da un fitto gioco di buchi quadrati, estro architettonico che ha dato non pochi problemi alle maestranze. La grande insegna posta all’ingresso con il logo dell’Università si scorge a metri di distanza, dall’incrocio di strade che portano sin qui. Per il momento la facoltà sarà attiva sino al secondo piano, perché per ora terzo, quarto e quinto sono inaccessibili. Presto al III piano ci saranno gli ambulatori, al IV gli ambulatori e le stanze per le degenze, al V le sale operatorie.
Intanto aule per le lezioni e studi per i docenti, nonché spazi comuni e servizi, sono nei due piani interrati e nei primi due in superficie. Già sono allestite, pronte per l’uso, aule che possono ospitare 2.143 studenti. Ce ne saranno meno, per ora, perché al momento è previsto che vengano a Scampia i ragazzi del primo anno. Altri 519 posti sono in Aula magna. È in quest’aula che questa mattina le autorità, dal rettore Matteo Lorito al sindaco Gaetano Manfredi, dal presidente della Regione Vincenzo De Luca alla ministra dell’Università e della ricerca scientifica Maria Cristina Messa, si sono ritrovate per celebrare un’inaugurazione per la quale il quartiere è, come già sottolineato sopra, in fermento. Gli abitanti e i commercianti nello specifico si stanno dando un gran da fare perché questa si riveli una buona opportunità per il quartiere. Intanto ha già aperto una tavola calda, appena girato l’angolo del palazzo di fronte, nell’edificio dinanzi all’ingresso dell’università stanno ripulendo dei vani dove ci sarà una cartoleria, e accanto una rilegatoria e una copisteria; il negozio di alimentari lì davanti ha chiesto al forno di fiducia di fargli arrivare panini e pizzette. Nel progetto originario di Gregotti era prevista una bouvette negli spazi interni del complesso universitario, l’ateneo ha però rinunciato a realizzarla perché, in accordo con i comitati del territorio e con la Municipalità, ha preferito che la ristorazione degli studenti fosse appannaggio delle attività del quartiere.
Certo, incentivare l’economia del territorio, dare ossigeno a un tessuto economico in forte sofferenza, che non attende altro che essere risanato. Gli abitanti del rione sperano che la periferia diventi meno squallida, meno inospitale, meno segnata dallo stigma di Gomorra. E poi, last but not least, più pronta a dare risposte ai loro bisogni, anche quelli legati alla salute: ambulatori e spazi per la degenza è al territorio che saranno riservati, grazie alla collaborazione con l’Azienda ospedaliera universitaria.
La data della loro apertura è ancora da definire, ma gli allestimenti sono quasi terminati. Restano da arredare, in realtà, anche gli studi dei professori, la biblioteca che si estende su due livelli e le ” aulette” informatiche accanto alla biblioteca.
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