Incredibile la storia del 19enne Merlin Blackmore, diventato famoso sul social network TikTok per aver parlato della sua incredibile famiglia “extra-large”.

Infatti il ragazzo ha un solo padre – e qui niente di strano – ma ben 27 ”madri” e 149 fratelli e sorelle – solo 7 consanguinei -. Il fatto si spiega, perché lui è cresciuto in una setta mormone fondamentalista in Canada.

La storia della sua “originale” famiglia è saltata fuori quando il giovane all’età di 16 anni si è iscritto alla scuola pubblica e ora che ha lasciato la setta e si è trasferito negli Stati Uniti, raccontando la sua storia sui social.

Merlin ha svelato al Daily Star di aver scoperto al liceo della dell’eccezionalità della sua vita: “Stavo studiando le leggi del nostro Paese, e ho trovato quella contro la poligamia, un capitolo era dedicato alla mia famiglia: i “Blackmore”. A tal proposito il padre Winston Blackmore – 64 anni – è stato condannato a 6 mesi di reclusione nel 2017″.

Notevole la differenza d’età tra i 150 fratelli: i più “anziano” ha 50 anni, mentre il più “giovane” neanche un anno. Da sottolineare che su 27 consorti,  solo 22 hanno avuto dei bambini – quindi la prole sarebbe potuta essere maggiore -.

I Blackmore, vivono come una comunità separata, con scuole e regole particolari e  si riunisce sempre per le grandi occasioni, come la festa del Ringraziamento.

La vicenda che nelle ultime ore ha fatto il giro dei media nazionali e internazionali approda ora in Procura. La magistratura di Aosta ha infatti aperto un fascicolo — al momento senza ipotesi di reato formalizzate — sul caso del radiologo G.F., responsabile della struttura semplice di Radiologia e neuroradiologia interventistica dell’ospedale Parini, che ha ammesso di aver utilizzato le apparecchiature dell’ospedale per sottoporre la propria gatta, Athena, a una Tac e a un drenaggio toracico dopo una caduta di sei piani.

A portare il caso all’attenzione della Procura è stata la stessa azienda Usl della Valle d’Aosta, che ha avviato accertamenti interni sull’episodio. Il medico ha risposto con una lettera, dichiarandosi disponibile a risarcire eventuali danni economici e spiegando le proprie ragioni: «Di professione faccio il radiologo interventista e sapevo di poterla salvare solo con un intervento tempestivo».

Il direttore generale, Massimo Uberti, aveva già sottolineato la possibile rilevanza penale della vicenda: «Qui ci sono anche ipotesi di reato perseguibili d’ufficio. Il pubblico ufficiale ha l’obbligo di segnalazione». Parallelamente è stata attivata una commissione disciplinare con l’iter di verifica dei fatti, dopo che un collega del primario aveva riferito l’episodio.

La gatta Athena era precipitata dal tetto del condominio per sei piani. Portata inizialmente dal veterinario, erano emersi traumi multipli: fratture posteriori, sospetto pneumotorace, possibili lesioni interne. Vista la gravità, il medico si è recato all’ospedale regionale Parini in un orario in cui le tre Tac non erano in servizio programmato. Verificata l’assenza di pazienti in attesa, ha eseguito un esame di pochi secondi e poi il drenaggio toracico che ha permesso all’animale di tornare a respirare.

«Da quel momento la gatta si è gradualmente ripresa» racconta il medico, che sottolinea di non essere in servizio e di aver agito solo per salvare la vita dell’animale. Athena è uno dei cinque gatti che il radiologo ha adottato nel tempo, tutti salvati dalla strada. «Se non avessi fatto tutto ciò che potevo, e la mia gatta fosse morta, non me lo sarei mai perdonato, anche per i miei figli che la adorano».

La storia continua a suscitare un acceso dibattito sulla gestione delle risorse sanitarie pubbliche, tra chi difende il gesto “salvavita” del medico e chi invoca il rispetto rigoroso delle procedure e dell’uso delle apparecchiature ospedaliere. Ora la parola passa alla Procura, che dovrà stabilire se nell’intervento di quella notte si configurino responsabilità penali o disciplinari.