Teschi, fiori e candele. Viaggio nel Dia de muertos, dove i defunti sono i benvenuti
I festeggiamenti iniziano il 25 ottobre e arrivano al culmine tra il 1 e il 3 novembre. È una festa dedicata ai defunti, con teschi e dolci tipici ma non è Halloween. Viaggio in Messico nella festa millenaria del Dia de muertos, dove con i morti si celebra la vita.
La chiamano Dia de muertos, letteralmente il giorno dei morti, ma è una festa con la quale si celebra la gioia della vita nel ricordo di chi non c’è più. Il Dia de muertos, proclamata nel 2008 Patrimonio dell’Unesco, fa parte delle più lunghe e articolate Tradiciones de Vida y Muerte messicane. I festeggiamenti iniziano il 25 ottobre e terminano il 3 novembre. Lungo tutto questo periodo, ogni giorno è dedicato al ricordo di chi è morto per cause diverse fino ad arrivare al culmine con la notte fra il 1 e il 2 novembre e tutta la giornata del 2 stesso, quando ciascuna famiglia dà il benvenuto ai defunti che ritornano sulla terra.
Il Dia de muertos, una tradizione millenaria del Messico, è nata fra le popolazioni precolombiane dove i diversi gruppi indigeni erano soliti sotterrare insieme al defunto anche degli oggetti considerati utili per lui nell’aldilà, come cibo, vestiti, gioielli e armi. Con l’arrivo dei Conquistadores, la tradizione è rimasta viva con l’ingresso però, fra gli oggetti donati ai defunti, di elementi tipici della religiosità cristiana come immagini di santi, madonne e croci. Col tempo, il teschio è diventato il simbolo di questa tradizione e parallelamente è nata l’usanza di allestire dei veri e propri altari dedicati ai defunti.
Come tutte le tradizioni legate al culto dei morti, per far sì che questo ritorno sia possibile, i defunti devo essere accolti degnamente. Questi passano il ponte dell’Aldilà per ritrovare le proprie famiglie solo se vengono ricordati e la loro foto viene esposta sull’altare familiare. Gli altari, detti appunto “Altari dei defunti”, rappresentano il cielo, terra e mondo dei morti: in ciascuno strato vengono disposti gli oggetti tradizionali con i quali si invitano i cari defunti a ritornare di nuovo sulla terra. Si tratta di candele, cibo – soprattutto dolci, come il Pan de muertos – acqua e altre bevande, fiori – come la Cempasùchil, il fiore della calendula – e incenso che con il suo odore aiuta i defunti a ritrovare la strada di casa; infine, fotografie dei defunti, oggetti appartenuti a loro e decorazioni colorate in carta per rendere l’altare più allegro.
Più che una festa pubblica, quindi, il Dia de muertos è una festa intima e familiare, dove i defunti vengono ricordati attraverso un ideale ritorno fra i vivi proprio in questa notte. Il carattere intimo della festa non preclude però i festeggiamenti pubblici. Per le strade delle città messicane si organizzano parate ed eventi nei quali sfilano maschere dei teschi – le calaveras – e, prima fra tutti, quella di Catrina, l’immagine di uno scheletro di donna, nata dall’artista Diego Rivera ne 1947 e diventata il simbolo di questa festa.
Pur non avendo la stessa popolarità di Halloween, il Dia de muertos è una festa molto sentita nella cultura messicana, al punto che alcuni elementi tradizionali – come i famosi calaveras, i teschi – sono diventati popolari anche in Europa. Ma è con il film Disney Pixar “Coco”, diretto da Lee Unkrich e uscito nel 2017, che il Dia de muertos si è fatto finalmente conoscere al pubblico mondiale.
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