Le Ong pronte ad abbandonare le acque della Libia: «Non ci sentiamo al sicuro»
Alla fine le organizzazione non governative impegnate nel soccorso dei migranti si ritirano dalle acque libiche. Sia Medici senza frontiere, che ha già deciso di sospendere le attività di ricerca e soccorso dei migranti davanti alla Libia, sia Save the Children,
Alla fine le organizzazione non governative impegnate nel soccorso dei migranti si ritirano dalle acque libiche.
Sia Medici senza frontiere, che ha già deciso di sospendere le attività di ricerca e soccorso dei migranti davanti alla Libia, sia Save the Children, che ha annunciato di voler fare la stessa cosa se dovessero peggiorare le condizioni di sicurezza, abbandoneranno il campo perché la situazione sta degenerando . Anche Sos Mediterrenee ha definito “pericoloso” l’atteggiamento ostruzionistico ed ostile delle autorità libiche.
A preoccupare Msf, così come le altre ong, è soprattutto la situazione della sicurezza nelle acque davanti alle città libiche di Sabratha, Zuwara, Zawiyah, situazione degenerata a tal punto che colpi d’avvertimento sono stati sparati qualche giorno fa da una unità navale della Guardia costiera libica verso una nave della spagnola Proactiva Open Arms. Inquietanti anche le minacce rivolte nei confronti dell’equipaggio via radio: «se ritornerete vi considereremo un obiettivo».
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