Lo sapevate? Pestare i testicoli del toro della Galleria Vittorio Emanuele porterebbe fortuna
Se visitate la Galleria Vittorio Emanuele a Milano, andate a visitare il mosaico del toro. Secondo la tradizione, poggiare il tallone del piede destro sui genitali dell'animale stilizzato, ruotando tre volte su se stessi, porterebbe fortuna.
Lo sapevate? Pestare i testicoli del toro della Galleria Vittorio Emanuele porterebbe fortuna.
Se visitate la Galleria Vittorio Emanuele a Milano, a un certo punto in terra noterete il mosaico di un toro. Non è difficile trovarlo, di solito è circondato da capannelli di persone che aspettano il proprio turno per attirarsi un po’ di buona sorte.
Secondo la tradizione, poggiare il tallone del piede destro sui genitali del toro, ruotando tre volte su se stessi, porterebbe fortuna. Ormai il mosaico è consumato – si è creato infatti un vero e proprio piccolo avvallamento) e deve essere spesso restaurato. Riconoscere il punto esatto da lontano è semplicissimo, i turisti si affollano sempre attorno al toro per chiedergli un po’ di fortuna.
Da anni l’animale richiama milanesi e turisti da ogni dove per compiere il rito scaramantico: tre giri sui testicoli del toro col tallone del piede destro. Le dicerie nel corso degli anni sono state diverse in merito a questo rito, dalla fertilità per le donne, al garantirsi una seconda visita a Milano fino al buon auspicio per il nuovo anno. Qualunque sia il motivo del rito quello che è certo è che l’attrazione attira un altissimo numero di persone disposte a mettersi in coda per compierlo.
L’usanza dice che porti fortuna porre il piede sopra gli attributi del toro (simbolo di forza e vigore) e compiere una rotazione ad occhi chiusi facendo perno su quel piede: bisogna fare ben tre giri sulle palle del toro col tallone del piede destro.
In realtà secondo la leggenda porterebbe fortuna ruotare di 360° con il tallone del piede destro sui testicoli del toro solo alle ore 24 del 31 dicembre.
Le origini di questa tradizione pare risalgano all’Ottocento. Un rito che sembrerebbe nato quasi per scherno verso la rivale città di Torino.
Il Comune di Milano è costretto periodicamente a restaurare questo mosaico bistrattato dai talloni di tutti quelli che passando per la Galleria non rinunciano a questa antica usanza. Agli inizi del 900 alcuni universitari obbligavano le matricole milanesi a compiere questo rito.
A prescindere dal toro, la Galleria Vittorio Emanuele II è una delle grandi attrazioni della città. Si tratta di un sito elegante, ricco di storia, fascino e boutique di lusso. Un luogo molto particolare, tra i più fotografati, anche per la sua luminosità, della città. Grazie ai suoi magnifici portici e alla cupola di vetro e ferro, che la rendono una delle passeggiate preferite dei milanesi e non solo. Soprannominata “Il salotto”, la Galleria è considerata una delle più belle del Mondo.
Gli ornamenti che caratterizzano gli interni sono finemente decorati, ricercati e ricchi sia per quanto concerne le forme, sia per quanto riguarda i colori.
Al suo interno, è possibile trovare alcuni dei negozi e boutique più belli e lussuosi di Milano ma anche diversi ristoranti prestigiosi.
Costruita con una struttura reticolare in ferro e vetro retinato, si tratta di una strada pedonale coperta, adibita a elegante centro commerciale con 96 tra negozi, librerie, bar, distribuiti su una pianta a croce, con braccia di uguale larghezza (14.50 m.), ma di diversa lunghezza (105,10 e 196,60 m.).
Si tratta di una vera e propria galleria commerciale (uno dei primi esempi al mondo) e collega piazza Duomo a piazza della Scala. Fu sede di ritrovo della borghesia milanese tanto da essere soprannominata il “salotto di Milano”: costruita in stile neorinascimentale, è tra i più celebri esempi di architettura del ferro europea e rappresenta l’archetipo della galleria commerciale dell’Ottocento.
Lentamente dopo la sua edificazione, cominciarono ad essere costruiti i primi negozi e la classe borghese iniziò a considerare questo luogo come un punto di ritrovo, ecco perché veniva chiamato anche “salotto di Milano”. Già allora era ricca di negozi ma anche di ristoranti e caffè, ideali per ritrovarsi e passare del tempo insieme. Ci sono alcuni locali storici che ci sono ancora oggi, ad esempio il Caffè Campari, il Caffè Savini e il Caffè Biffi.
I milanesi la chiamano semplicemente “la Galleria” rappresenta uno dei primi esempi di centro commerciale al mondo.
Nella seconda metà del XIX secolo Milano guardava alle grandi capitali europee come Londra e Parigi come esempio di urbanizzazione. Nel 1859 attecchì l’idea di un passaggio coperto che collegasse piazza Duomo a piazza della Scala: simile alla galleria de Cristoforis, sempre a Milano a San Babila, ma più grande e più borghese.
Nel 1865 iniziarono i lavori con la posa della prima pietra da parte di re Vittorio Emanuele II di Savoia. Due anni dopo venne inaugurata la galleria, anche se non completamente terminata. La Galleria con i suoi caffè divenne ben presto il salotto di Milano. Durante la seconda guerra mondiale, nelle notti del 13 e del 15 agosto 1943, la galleria venne colpita dai bombardamenti aerei alleati.
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