Lo sapevate? Che cosa è la Nivola?
All'interno della cattedrale milanese si trova “La nivola”, un antico ascensore del 1600 che viene attivato solo una volta (prima due) all'anno per il Rito della Nivola, che permette di esibire un Chiodo della Crocefissione. Scopriamo di che cosa si tratta.
Lo sapevate? Che cosa è la Nivola?
All’interno della cattedrale milanese si trova “La nivola”, un antico ascensore del 1600 che viene attivato solo una volta (prima due) all’anno per il Rito della Nivola, che permette di esibire un Chiodo della Crocefissione. Scopriamo di che cosa si tratta.
La Nivola è un oggetto curioso e al tempo stesso straordinario e da oltre quattrocento anni è usato come “ascensore” per consentire all’Arcivescovo di portare a terra il Santo Chiodo della Croce di Cristo, una delle reliquie più importanti della cristianità, custodito in un reliquiario sistemato nel semicatino absidale, in corrispondenza dell’Altare Maggiore del Duomo di Milano.
La forma della Nivola ricorda proprio una nuvola ed è sistemata a 45 metri d’altezza in una teca. La struttura della Nivola è formata da un grande cesto di lamiera dorato del peso di circa 8 quintali, avvolto da un rivestimento di tela e ornata di pitture che raffigurano angeli e cherubini avvolti a loro volta in vaporose nubi, dipinta da Paolo Camillo Landriani nel 1612. Il movimento avveniva mediante uno speciale meccanismo attribuito a Leonardo, azionato da un argano e manovrato da una ventina di uomini che si trovavano sul tetto della cattedrale. Oggi invece la Nivola viene abbassata con l’ausilio di un congegno elettrico.
La reliquia viene portata giù così da poter essere ammirata dai fedeli. Questo rito liturgico cattolico è celebrato ogni anno il sabato che precede il 14 settembre per la ricorrenza dell’Esaltazione della Santa Croce. Per la celebrazione, il Santo Chiodo, dopo esser stato portato a terra, viene solennemente esposto ai fedeli, per poi essere riportato nella sua teca al termine della celebrazione.
Il rito della Nivola risale al 1576, quando il 6 ottobre San Carlo Borromeo portò il Santo Chiodo dal Duomo alla Madonna di San Celso per implorare la fine della peste che stava flagellando Milano.
Le reliquie dei Sacri Chiodi (o Santi Chiodi) sono tre (alcuni studiosi dicono quattro) e corrispondono ai chiodi che, secondo la tradizione, sono stati utilizzati durante la Crocifissione di Gesù.
La più antica menzione del Sacro Chiodo di Milano è del 1389. La tradizione fa risalire la presenza del Chiodo a Milano dall’epoca di Ambrogio, ma esistono numerose altre ipotesi sul suo arrivo.
Il chiodo si trova ancora oggi sospeso sopra l’altare maggiore, nel semicatino absidale ed è conservato in un tabernacolo segnalato da una luce rossa. Anche se sospeso molto in alto, una luce lo rende visibile da tutta la cattedrale. Il chiodo era originariamente prelevato dall’arcivescovo e mostrato ai fedeli ogni 3 maggio, festa dell’Invenzione della Santa Croce (cioè del ritrovamento della Croce), ora viene portato in processione solo il sabato che precede il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce.
© RIPRODUZIONE RISERVATA