Aborto farmacologico, la svolta di Speranza: si potrà fare in day hospital

#Italia Aborto con la pillola, non serve più il ricovero. La Ru486 potrà essere assunta fino alla nona settimana di gestazione
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato sui suoi account social che verranno emanate nuove linee di indirizzo per l’interruzione volontaria di gravidanza per via farmacologica. «Le nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica, prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana. È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà», ha scritto Speranza.
Insomma, la pillola RU486 potrà essere utilizzata senza ricovero. “L’aborto farmacologico è sicuro. Va fatto in day hospital, nelle strutture pubbliche e private convenzionate, e le donne possono tornare a casa mezz’ora dopo aver assunto il medicinale”, ha commentato il ministro a Repubblica.
Le direttive approvate dieci anni fa, subito dopo l’introduzione della pillola abortiva in italia, consigliavano per sicurezza tre giorni di ricovero per l’aborto farmacologico, lasciando libertà di scelta alle Regioni. Poi l’uso, le esperienze nel mondo e in molte regioni che parlavano di metodo sicuro, hanno reso la pratica più spesso ambulatoriale. Le nuove linee guida arrivano dopo settimane di proteste, con migliaia di donne in piazza, tra accuse di oscurantismo e il timore di vedere ancora sotto attacco la legge 194. Speranza aveva richiesto al Consiglio superiore di sanità un parere aggiornato dopo che la giunta di centrodestra della Regione Umbria aveva ripristinato l’obbligo di ricovero per tre giorni, facendo riferimento alle linee guida di dieci anni fa.
Dal dolore alla speranza: il nipote del Papa riesce a partecipare al funerale dello zio grazie a una donazione

Infermiere a Buenos Aires, non avrebbe potuto permettersi il volo per Roma: il costo era troppo alto per le sue possibilità. La notizia ha attraversato l’oceano, toccando il cuore di un'italiana che ha scelto di restare anonima.
«Non ce la faccio, non posso.» Con voce bassa, Mauro Bergoglio, nipote di Papa Francesco e figlio di Oscar, aveva risposto così a una radio argentina. Infermiere a Buenos Aires, non avrebbe potuto permettersi il volo per Roma: il costo era troppo alto per le sue possibilità.
La notizia ha attraversato l’oceano, toccando il cuore di un’italiana che ha scelto di restare anonima. Senza esitare, ha regalato a Mauro e a sua moglie due biglietti aerei.
E così, grazie a un gesto di solidarietà silenziosa, anche loro hanno potuto essere presenti questa mattina a Piazza San Pietro, stringendosi per l’ultimo saluto a chi ha sempre difeso i più umili.

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