Gatto entra in aula e il bidello lo ammazza a bastonate di fronte ai bambini

#Italia Il terribile episodio di violenza è avvenuto davanti agli alunni di una scuola elementare di Gioia Tauro, ancora sotto shock. Il bidello ha ammazzato a bastonate un gatto entrato in classe, fino a fargli uscire il sangue dalla bocca
Terribile violenza a Gioia Tauro. “Un gattino randagio è entrato in classe e il bidello, anziché cacciarlo, l’ha bastonato davanti ai bambini fino a fargli uscire il sangue dalla bocca. Poi l’ha lasciato morire dopo un’ora di agonia”. Una scena raccapricciante vissuta dagli alunni di una scuola primaria, descritta dalla delegata degli Animalisti Maria Antonia Catania. Il Garante dell’Infanzia assicura: “Prenderemo provvedimenti”.
Come ripreso da TgCom, “è una delle denunce più raccapriccianti mai ricevute nella mia carriera- afferma Antonio Marziale, Garante dell’Infanzia e Adolescenza della Calabria- Non riuscivo a credere a una cosa del genere e ho chiamato il dirigente della scuola, che ne era a conoscenza. Mi ha assicurato che il bidello sarebbe andato a scusarsi con gli alunni e avrebbe incontrato i genitori, ma non mi basta. Si tratta di un gesto gratuito e assassino, documentato fotograficamente dai ragazzini. Porterò la cosa all’attenzione dell’autorità giudiziaria e del ministro Bussetti”.
Il fatto è avvenuto nella scuola elementare “Eugenio Montale” di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria. Emanuela Bignami, responsabile nazionale randagismo degli Animalisti, si scaglia anche contro i docenti: “Siamo in un luogo che dovrebbe essere d’insegnamento non solo delle materie scolastiche, ma di vita. I piccoli sono sotto shock, colpiti da una violenza efferata che l’insegnante non ha nemmeno provato a fermare. Servono pene molto più gravi per chi aggredisce gli animali”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sindaco di Olbia Settimo Nizzi in visita alla centenaria Antonietta Lorenzi: “Un esempio di vita e forza”

E' stato l’amore per la famiglia a portarla in Sardegna: ha seguito la figlia Ornella quando quest’ultima si è trasferita a Olbia, e da allora ha trovato qui la sua nuova casa.
Un compleanno speciale, una giornata indimenticabile. Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, ha fatto visita ad Antonietta Lorenzi, che il 14 giugno ha spento cento candeline. Una vita lunga un secolo, vissuta con determinazione, amore e dedizione alla famiglia.
Nata a Ventimiglia nel 1925 e cresciuta tra le bellezze della Liguria, Antonietta si è poi trasferita a Como, dove ha vissuto per molti anni accanto al marito. Ma è stato l’amore per la famiglia a portarla in Sardegna: ha seguito la figlia Ornella quando quest’ultima si è trasferita a Olbia, e da allora ha trovato qui la sua nuova casa.
Oggi Antonietta è circondata da una bellissima famiglia: oltre alla figlia, può contare sull’affetto di due nipoti e ben sei pronipoti, che rappresentano la gioia più grande della sua vita. Durante la visita, il primo cittadino di Olbia ha voluto portare a nome di tutta la comunità un omaggio floreale e una targa ricordo, ringraziandola per la sua testimonianza di resilienza e amore familiare.
“Antonietta è un simbolo di longevità e saggezza – ha dichiarato il sindaco Settimo Nizzi –. È un onore poter celebrare un traguardo così importante con una persona che ha attraversato un intero secolo con dignità e affetto verso i suoi cari”.
La visita si è svolta in un clima festoso e intimo, tra sorrisi, ricordi e qualche inevitabile emozione. Antonietta, visibilmente commossa, ha ringraziato tutti con parole semplici ma profonde: “La mia ricchezza sono loro, la mia famiglia”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA