Due giornate di benessere e beneficenza a Cagliari grazie all’Associazione Mahya: venerdì 16 (dalle 9 alle 13) e sabato 17 dicembre (dalle 9 alle 12), presso la scuola primaria di via Venezia, 2 si potranno provare dei trattamenti shiatsu e benessere.

Gli operatori saranno a disposizione dei partecipanti gratuitamente: è richiesta solo un’offerta libera che sarà interamente devoluta ai terremotati dell’Umbria. In contemporanea si svolgerà il mercatino de La Pecorella Solidale, sempre a favore delle popolazioni colpite dal sisma.

Lo shiatsu (dal giapponese Shi = dito e atsu = pressione) è una pratica manuale che si basa su precise modalità di pressione in determinati punti del corpo, per ripristinare il flusso energetico presente in ognuno di noi. Le sue basi affondano nell’antichissima medicina cinese ma l’origine del trattamento è giapponese e in Italia si è affermato a partire dagli anni ’70. Lo shiatsu non è un massaggio. Non ne ha le manovre tipiche, come ad esempio sfregamenti o impastamenti, ma si basa sulla pressione esercitata principalmente da dita, palmi e gomiti. Si riceve da vestiti, di solito su un futon (materassino di tradizione giapponese) e non si usano oli. Non è doloroso ma molto rilassante; non è una terapia né una cura medica; non influisce su eventuali trattamenti medici in atto ma anzi può supportarli.

L’Associazione Mahya, che ha organizzato le due giornate benefiche, promuove e organizza attività mirate al benessere, all’equilibrio, alla crescita personale e al miglioramento della qualità della vita. Promuove le discipline bio-naturali ed olistiche organizzando seminari, corsi, laboratori e attività formative. Progetta, promuove e realizza iniziative, eventi e manifestazioni legati al benessere, con particolare attenzione ai bambini, alle attività all’aria aperta, al contatto con la natura, all’ambiente, alla sostenibilità, al territorio e alla cultura, in un’ottica di rispetto e crescita interiore.

Due mattine per aiutare chi, in un periodo di festa come questo, si trova in condizioni difficili e allo stesso tempo per far conoscere lo shiatsu e altri trattamenti benessere come il reiki, utili al miglioramento della qualità della vita.

Sarà disponibile a partire dalle ore 18 del 20 giugno 2025 su tutte le piattaforme digitali “Bonito Día”, il nuovo atteso singolo di Randagiu Sardu, cantautore e rapper originario di Sanluri, noto per la sua capacità di fondere impegno sociale, lingua sarda e sperimentazione musicale.

In “Bonito Día”, la lingua sarda si fa ritmo e corpo, danza su sonorità ragga, funky e raggamuffin, e incontra i suoni caraibici in un dialogo musicale che oltrepassa ogni confine linguistico e culturale. Un progetto nato da un’intuizione dell’Associazione Culturale Palazzo D’Inverno, che ha fortemente voluto questa collaborazione artistica tra Randagiu Sardu e i musicisti cubani Yoris Beltran e Juan Carlos Avila, entrambi ex membri di Maxima79 e fondatori della Santosuarez Orquesta.

Il risultato è un’opera intensa e vibrante, un incontro tra Sardegna e Cuba, tra sardo e spagnolo caraibico, tra identità forti e desiderose di dialogo. “Bonito Día” è un inno alla libertà artistica e umana, come racconta lo stesso Randagiu Sardu: “Bonito Día è il brano di cui avevo bisogno, un risveglio musicale libero da schemi, senza preoccuparsi di strofe, ritornelli o generi. È la fotografia del momento che stiamo vivendo, un periodo in cui si vive nel mondo reale solo per poterlo mostrare in quello virtuale.”

Sotto la superficie leggera del ritmo e della melodia, la canzone affronta temi complessi e urgenti: femminicidio, guerre e conflitti contemporanei, ma anche la perdita di autenticità nell’era digitale. Una riflessione sociale lucida e potente, portata avanti con quella cifra stilistica che da sempre contraddistingue Randagiu Sardu: unire profondità e ironia, denuncia e poesia, tradizione e innovazione.

Registrato e mixato da Samuele Dessì presso il Noize Lab Studio di Capoterra, “Bonito Día” è prodotto dall’Associazione Culturale Palazzo D’Inverno, da anni attiva nella promozione di progetti che mettono in relazione culture, identità e linguaggi differenti.

Con questo brano, Randagiu Sardu conferma ancora una volta la sua capacità di essere voce fuori dal coro, artista radicato e internazionale, capace di trasformare la musica in ponte tra mondi e coscienze.